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Roma Mkhitaryan: “La pressione non è un problema, Klopp un padre”

Raffaele Campo
Mkhitaryan

ROMA MKHITARYAN – Intervistato dallo youtuber russo Yevgeny Savin, Henrikh Mkhitaryan ha parlato del suo passaggio alla Roma e, più in generale della sua lunga carriera.

Queste alcune dichiarazioni dell’esterno armeno, ieri in gol a Cagliari: “Il primo settembre, due ore dopo il match giocato con l’Arsenal, Mino Raiola mi ha detto che avrei dovuto prendere il primo volo per Roma. È successo tutto molto in fretta. Mi ero ripromesso che le cose sarebbero dovute cambiare in questa stagione. Quando hai 30 anni non hai più tempo da perdere e hai bisogno di andare avanti per continuare a divertirti. A inizio stagione il nostro obiettivo era entrare nelle prime, andare in finale di Coppa Italia e proseguire il più possibile nel cammino Europeo. La pressione qui non è un problema per me. Non per la mia età, ma perché ho giocato in club come Manchester United e Arsenal. La gente qui vive di calcio ed è molto bello“.

ROMA MKHITARYAN – Prosegue: “Non ho rifiutato lo Spartak Mosca. Quando ero allo Shakthar pensavo di essere nella squadra più forte dell’ex unione sovietica. Non c’era motivo di andare allo Spartak perché il mio sogno era di giocare in Europa. L’Anzhi mi ha promesso un ingaggio folle più i bonus, ma per inseguire il mio sogno ho rifiutato. Quanti soldi? Un po’ meno di Eto’o. Quindi non proprio 20 milioni, ma quasi“.

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Su Mourinho: “Una volta mi ha visto a colazione e mi ha detto: “Per colpa tua la stampa mi critica”. Io gli risposi: “Davvero mister? Non lo faccio certo di proposito”. Ai tempi del Manchester United c’erano paparazzi tre giorni a settimana. Ti filmavano mentre entravi in macchina, come eri vestito… Una volta arrivati al centro sportivo loro erano ancora lì. Ogni passo era controllato. Se Mourinho è l’allenatore più difficile della mia carriera? Sì, potrei dire di sì. E’ un vincente di natura. Vuole che tu vinca e che tu faccia quello che ti chiede. E’ difficile per chiunque.

Ci sono state divergenze e conflitti, ma non hanno avuto un forte impatto sul buon lavoro e i tre trofei vinti. Se è vero che mi ha attaccato dopo la partita e mi ha spinto dicendo che dovevo allenarmi? Si è vero. Tutto è iniziato da lì. Ho pensato: “Non ho altro da aggiungere al Manchester. Lavoro, presso, aiuto la squadra, segno e qualcuno è anche insoddisfatto. Non volevo perdere tempo e giocare a calcio“.

Giocare al Manchester è comunque un’occasione che ti capita una volta nella vita. Scendere in campo insieme a Ibrahimovic, Pogba, Mata, De Gea… Se dovessi ritornare indietro nel tempo, avrei rinnovato il contratto con i Red Devils. Non mi pento però di ciò che ho fatto“.

ROMA MKHITARYAN – Infine su Klopp: “Sono partito insieme a Raiola per Londra, inizialmente per parlare con il Tottenham. Stavamo aspettando offerte dal Liverpool ma non eravamo sicuri. Poi abbiamo ricevuto la chiamata dal Dortmund e siamo volati immediatamente in Germania. Avevano venduto Goetze e gli serviva un nuovo “numero 10”. Al Liverpool e al Tottenham i posti erano già presi, quindi trasferirmi al Borussia era la migliore cosa da fare. Klopp mi disse subito le sue idee, dove mi vedeva in campo.

Prima di parlare con Klopp, mi ha abbracciato, tirato su da terra e detto: “Non ti lascerò andare fino a quando non firmerai il contratto”. Alla fine della conversazione poi aveva aggiunto: “Promettimi che tornerai al Borussia Dortmund”. E’ un amico. come un padre o un fratello per me. Quando ho lasciato il Dortmund ho iniziato a capire veramente il calcio“.