Indagine Milan, spunta una valutazione “gonfiata” dalle parti

Indagine Milan: nella giornata odierna altri capi inquisitori emersi riguardano dubbi in merito ad una valutazione troppo “elevata” del club
Diavolo sotto accusa: continua a destare scalpore l’indagine, condotta dalla Procura di Milano, in merito al passaggio di quote societarie del Milan finalizzato nel corso dell’estate 2023. Un altro capo d’accusa emerso in giornata, ma ancora tutto da dimostrare e, dunque, attualmente al vaglio dell’indagine, riguarda la valutazione concordata dalle parti, Elliott e RedBird, in sede di passaggio delle quote e cessione del club. L’accusa si sarebbe avvalsa di una cifra ipotizzata da Football Benchmark, strumento che consente di eseguire analisi approfondite su operazioni finanziarie (tuttavia, non ancora aggiornato…). Stando a quanto emerso, la valutazione da 1,2 miliardi concordata dalle parti sarebbe stata rivista verso l’alto. Un ulteriore dettaglio di un controllo al vaglio degli inquirenti incaricati di formulare l’accusa in vista della sentenza finale.
Nel frattempo, un esponente del Fondo Redbird ha respinto al mittente qualsiasi accusa affidando ad una nota ufficiale quanto segue: “RedBird Fund IV e i suoi sottoscrittori possiedono il 99,93% di AC Milan; il restante 0,07 è in mano a singoli azionisti italiani tifosi di lunga data del Club. L’idea che RedBird non possieda e non controlli l’AC Milan è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine. Quando abbiamo assunto il controllo del Club dopo il closing, Elliott ha fornito un prestito a RedBird con scadenza a tre anni e nessun diritto di voto. Il nostro obiettivo è riportare il Milan ai vertici della Serie A e del calcio europeo – tutto il resto toglie tempo al raggiungimento di questo obiettivo”.
Indagine Milan, spunta una valutazione “gonfiata” dalle parti
A questo punto, la domanda sorge spontanea, ma la risposta non potrà mai essere esaustiva considerando le tempistiche notevolmente ridotte dall’inizio dell’inchiesta: cosa rischia il Milan? Nella fattispecie, il club si è proclamato parte terza e potrebbe incorrere, stando a quanto appreso da più fonti, a sanzioni sportive (esclusione dalle Coppe) solamente nel caso in cui, Elliott, risultasse effettivamente a capo delle quote del Milan e del Lille, elemento che andrebbe a scaturire il discorso relativo sulle multiproprietà.
Al momento, dunque, le uniche sanzioni dal punto di vista penale causa omissioni e assenza di comunicazione agli organi FIGC in sede di ratifica della cessione del club, le uniche persone fisiche punibili con squalifica e ammenda, condizionale d’obbligo, sarebbero Giorgio Furlani e Ivan Gazidis, rispettivamente attuale e precedente amministratori delegati del club rossonero. Nella fattispecie, l’accusa potrebbe richiedere reclusione dagli uno a quattro anni e pene pecuniarie da 100mila a 1 milione di euro. La sensazione, comunque, esattamente come ribadito nella giornata di ieri, è che il tutto sia ancora in uno stato altamente embrionale.