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Yamal fenomeno e rischio: Barcellona in bilico economico

Manos Staramopoulos
Lamine Yamal

Yamal: un talento straordinario, ma un problema per il Barcellona

Il Barcellona possiede senza dubbio il miglior adolescente del calcio mondiale: Lamine Yamal. A soli 17 anni, l’esterno destro ha conquistato la scena internazionale, diventando non solo un punto fermo del club catalano, ma anche un simbolo di speranza. La sua tecnica sopraffina, il dribbling fulminante e la maturità tattica lo proiettano come potenziale numero uno al mondo. Tuttavia, l’avvicinarsi della maggiore età (luglio 2025) pone il club di fronte a una sfida decisiva: blindarlo a lungo termine senza compromettere la già delicata situazione economica.

L’eredità di Messi e il peso sulle finanze

L’esperienza vissuta con Lionel Messi ha lasciato cicatrici profonde. Il fuoriclasse argentino, nei suoi anni al Barcellona, ha firmato nove contratti in tredici stagioni, arrivando a pesare per un terzo del monte ingaggi del club. Dal 2017 al 2020, il rapporto tra stipendi e ricavi è salito dal 68% all’83%, portando il club verso una crisi gestionale e finanziaria. Messi è stato ceduto per necessità nel 2021, ma il debito strutturale rimane, aggravato dal rigido tetto salariale imposto dalla Liga e dalle normative UEFA.

La trattativa per il nuovo contratto: Mendes al comando

L’attuale accordo di Yamal, firmato nel 2023, prevede uno stipendio settimanale di 32.000 euro e scadrà nell’estate 2026. Ma appena compiuti i 18 anni, il suo agente, Jorge Mendes, intende strappare un contratto tra i più remunerativi al mondo. Per essere il quarto calciatore più pagato del Barcellona, servirebbero almeno 265.000 euro a settimana. Tuttavia, secondo Front Office Sports, in base al suo piazzamento all’ottavo posto nel Pallone d’Oro, Yamal meriterebbe 420.000 euro a settimana. Un investimento da oltre 20 milioni l’anno.

Il nodo economico e le possibili soluzioni

Per sostenere simili cifre, il Barcellona ha due strade: ridurre drasticamente i costi o aumentare i ricavi. Quest’ultima opzione sembra più percorribile, anche grazie al percorso in Champions League e a una possibile vittoria della Liga, dove i blaugrana sono attualmente in testa. L’altra leva sarà lo stadio: il ritorno al Camp Nou (attualmente in fase di ricostruzione) garantirà introiti superiori rispetto allo Stadio Olimpico di Barcellona, dove si gioca provvisoriamente.

Il pericolo fisico: resisterà alla pressione?

I minuti accumulati da Yamal sono straordinari: 4.021 in stagione, terzo nella rosa dietro a Raphinha, Pedri e Koundé. Ma questo carico solleva interrogativi. Il rischio è che possa incorrere in infortuni seri, come già successo a Pedri, che ha già subito numerosi stop. Secondo il professor Sean Cumming dell’Università di Bath, è essenziale trovare l’equilibrio tra sviluppo fisico e minutaggio per evitare danni a lungo termine.

Il precedente di Ansu Fati: un monito per Yamal

Il caso di Ansu Fati è emblematico. A 16 anni sembrava il nuovo Messi, ma un grave infortunio al ginocchio e un contratto oneroso (265.000 sterline a settimana) hanno frenato la sua ascesa. Anche lui aveva ereditato il numero 10, ma oggi il suo peso sul bilancio è più rilevante del suo contributo tecnico. È ciò che il Barcellona vuole assolutamente evitare con Yamal.

Yamal rappresenta una benedizione tecnica, ma anche una sfida gestionale. Il Barcellona dovrà maneggiare il suo futuro con estrema cura, tra strategia economica e gestione atletica. Il rischio è ripetere gli errori del passato. La speranza, invece, è che possa inaugurare una nuova era vincente senza diventare l’ennesima vittima della “maledizione adolescenziale” che aleggia sul Barça.