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Testardi: “L’Adelaide come una famiglia, sogno la A-League” – ESCLUSIVA EC

Raffaele Campo

[df-subtitle]Testardi: “Non è stato semplice all’inizio, ci vuole anche coraggio per fare scelte come queste. A parole sono tutti bravi, ma poi quando arriva il momento in tanti si tirano indietro”[/df-subtitle]

Dallo scorso gennaio, la sua carriera è ripartita dall’Australia, precisamente dall’Adelaide Blue Eagles, club della South Australian Super League, ossia la massima serie della parte meridionale del paese e un gradino sotto la A-League, il principale (e più seguito) campionato australiano.

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Stiamo parlando di Emanuele Testardi, attaccante classe 1990 e nativo di Roma. Cresciuto nelle giovanili del Pescara, il giocatore ha avuto modo di collezionare 5 presenze in Serie A nella stagione 2009/2010 con la maglia della Sampdoria, che pochi mesi prima lo aveva ingaggiato dagli abruzzesi. Tante sono state poi le squadre da lui cambiate, e tra queste ricordiamo l’esperienza ungherese tra le fila dell’Honved Budapest da giugno 2013 a gennaio 2014. Ora il suo percorso sta proseguendo in Oceania. Decisamente positivo è stato il suo impatto in maglia biancoblu, in quanto ha già segnato 4 gol in sole 3 presenze.

“Europa Calcio” ha intervistato in esclusiva il centravanti per parlare di questa nuova e importante tappa della carriera.

Testardi, lei è da poco più di due mesi ad Adelaide, come sta procedendo?

Bene, abbiamo giocato 5 partite e siamo primi in classifica grazie a 3 vittorie e 2 pareggi. Anche personalmente sono contento perché ho già segnato 4 gol in 3 gare giocate“.

Che impatto ha avuto con questa realtà?

L’Adelaide è come una famiglia. In città poi ci sono tantissimi italiani e molte persone che comunque parlano la nostra lingua, tra cui anche tre miei compagni di squadra. Mi trovo dall’altra parte del mondo, però sono in compagnia quindi mi sono ambientato. Non è stato semplice all’inizio, ci vuole anche coraggio per fare scelte come queste. A parole sono bravi tutti, ma poi quando arriva il momento in tanti si tirano indietro“.

E l’opportunità biancoblu come è nata?

A dicembre avevo terminato la mia esperienza al Casale, e se fossi rimasto in Italia sarei dovuto stare fermo sei mesi perché avrei cambiato la terza squadra nella stessa stagione, cosa non consentita. Quindi il mio agente ha contattato Claudio Pelosi, ex calciatore che ha portato diversi giocatori in Australia, e anche grazie a lui sono arrivato ad Adelaide. Purtroppo per via delle leggi locali non sarà facile restare qui dopo settembre, ma vedremo“.

Nemmeno se andate nella massima serie?

No, in Australia la Serie A è un circuito chiuso, non ci vai nemmeno se arrivi primo in classifica. Anche se tra pochi mesi dovrebbero entrare in vigore delle modifiche a questo sistema, speriamo che cambino certe cose altrimenti alcune squadre faranno fatica a continuare a partecipare“.

Mi dica la verità, il suo obiettivo è la A-League?

Io cerco di fare bene, sono qui per giocare la A-League, poi il futuro non possiamo saperlo“.

Le piace invece la città di Adelaide?

Sì, e ti dico che di australiani ce ne sono ben pochi, tanti immigrati e la maggior parte delle persone hanno la doppia cittadinanza, in quanto figli o nipoti di europei, tra cui anche tedeschi e spagnoli“.

Questa è la sua seconda esperienza all’estero dopo quella in Ungheria all’Honved Budapest. Ha trovato delle analogie?

“No, è tutto diverso. Intanto quando ero a Budapest mi bastava 1 ora di volo per tornare in Italia, mentre qui se ne impiegano 22. Inoltre in Ungheria la vita non era per niente cara, qui invece costa tutto moltissimo. E all’Honved giocavo in Serie A, che corrisponde a una Serie B italiana, mentre la South Australian Super League è come la Serie D nostrana“.

In questa stagione, da ottobre a dicembre aveva giocato in Serie D al Casale. Cosa non ha funzionato in Piemonte?

Ho avuto problemi con l’allenatore che mi ha mandato via dopo due mesi. Io avevo sbagliato e lui non mi ha concesso una seconda opportunità, preferisco lasciare perdere il discorso“.

 

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