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Son Jun-ho, la FIFA lo riabilita: potrà giocare fuori dalla Cina

Manos Staramopoulos
calcio mondiali

La FIFA respinge il divieto: Son Jun-ho torna in gioco

Nonostante la stretta del governo cinese sulle partite truccate e le pesanti sanzioni inflitte ai sospettati, la FIFA ha deciso di non estendere a livello globale la squalifica a vita imposta dalla Chinese Football Association (CFA) a Son Jun-ho.

La Korea Football Association (KFA) ha annunciato ufficialmente la decisione, ridimensionando così la punizione stabilita in Cina. Il centrocampista sudcoreano, dunque, sarà libero di continuare la sua carriera professionistica in qualsiasi campionato al di fuori della Super League cinese.

Lotta alla corruzione in Cina: il caso Son Jun-ho

Nel maggio 2023, Son Jun-ho, vincitore del premio MVP della K-League 2020, è stato accusato di coinvolgimento in uno scandalo di partite truccate mentre militava nello Shandong Taishan, squadra della Chinese Super League. L’inchiesta rientrava in un’ampia operazione anti-corruzione condotta dalle autorità cinesi.

Il calciatore è stato detenuto per dieci mesi prima di essere rilasciato nel gennaio 2024. Durante l’intera vicenda, Son ha sempre proclamato la propria innocenza.

Un’accusa controversa: Son si difende

Nonostante le accuse, il centrocampista sudcoreano ha negato ogni coinvolgimento nelle combine. Son ha ammesso di aver ricevuto 200.000 yuan (circa 27.600 dollari) da un amico in Cina, ma ha dichiarato che la somma non aveva alcun legame con attività illecite.

Nel giugno 2024, si è trasferito al Suwon FC, ma il suo contratto è stato rescisso dopo appena tre mesi, a seguito della squalifica a vita imposta dalla CFA.

“Non ho mai preso parte a partite truccate. L’unica prova contro di me è una falsa confessione ottenuta sotto coercizione”, ha dichiarato Son Jun-ho.

Nuove prospettive per Son Jun-ho: quale futuro?

Con l’inizio della K-League 2025 previsto per febbraio, Son è ancora svincolato, ma la sentenza della FIFA potrebbe riaprire scenari interessanti per la sua carriera.

A 32 anni, con 20 presenze in nazionale, il centrocampista ha dimostrato più volte il suo valore, aumentando le probabilità di trovare un nuovo club, sia in Corea del Sud che all’estero.

La Cina intensifica la battaglia contro la corruzione nel calcio

Il caso di Son Jun-ho si inserisce in un’inchiesta più ampia che ha sconvolto il calcio cinese dal 2022. L’operazione ha coinvolto 128 persone, tra cui giocatori, dirigenti e arbitri di 41 club.

Tra gli indagati, 43 individui sono stati squalificati a vita per presunti casi di scommesse illecite, match-fixing e corruzione. Il Ministero della Pubblica Sicurezza cinese ha dichiarato che la lotta alla corruzione nello sport è una priorità nazionale, con 34 persone già condannate al carcere per reati legati al calcio.

Tuttavia, la comunità internazionale ha sollevato dubbi sulla trasparenza di alcuni di questi processi, come dimostrato proprio dal caso di Son Jun-ho.

La FIFA contro la CFA: implicazioni globali

La decisione della FIFA rappresenta un duro colpo per la Chinese Football Association, mettendo in discussione la legittimità delle sue sanzioni. Inoltre, solleva interrogativi sull’uniformità delle misure disciplinari adottate dalle singole federazioni calcistiche nel mondo.

Per Son Jun-ho, però, la sentenza significa una cosa sola: la possibilità di ricominciare e di riprendersi la carriera bruscamente interrotta.