Milan, Gattuso: “Quinto posto? Non è un fallimento”

Si inizia: “Dobbiamo dire un milione di volte grazie ai tifosi, sono dati incredibili. Ci sono momenti in cui abbiamo fatto bene e momento in cui l’abbiamo fatto meno. Qualche volta li abbiamo fatti arrabbiare, ma qualche gioia gliel’abbiamo data”.
Su Allegri: “Parlano i numeri e i trofei, oltre alla sua storia. Quando abbiamo vinto un campionato insieme, io ero ancora un ragazzino. Ho avuto alti e bassi, ma è uno vero. I giocatori e i tifosi della Juve lo saluteranno con affetto. Noi dobbiamo pensare al nostro, la Juve ha già dimostrato la sua mentalità”.
Se sarebbe soddisfatto del quinto posto: “Non è un fallimento, vi fate i film. Non voglio meriti io, ma non dobbiamo dire che la nostra stagione è un fallimento. Allora Roma e Lazio cosa devono dire? C’è rammarico, ma non è un fallimento. Dobbiamo dare il massimo e fare più punti possibili”.
Sui 30 punti in tre gironi consecutivi: “Bisogna analizzare le stagioni e vedere i punti. In questo momento abbiamo perso punti per strada, ma stiamo facendo il campionato che dovevamo fare. Abbiamo dei valori, l’abbiamo dimostrato”.
Su Suso: “E’ un giocatore importante. Sono dieci anni che un giocatore del Milan non faceva dieci assist in campionato”.
Sul rapporto con Leonardo: “Ve lo ripeto di nuovo: sono cose che scrivete voi per divertirvi. Non ho problemi con Leonardo, li avevo avuti da giocatore. A livello umano ci sono correttezza e rispetto”.
Se la Champions è decisiva per la sua permanenza: “Non devo dimostrare quello che ho fatto, parlano i numeri. Sono chiacchiere da bar, avete iniziato a luglio e continuate anche ora. Penso ad allenare e fare più punti possibili”.
Sull’orario di Juve-Atalanta: “Non ho fatto calcoli, dobbiamo pensare solo alla vittoria. Credo alla buona fede, le squadre si impegnano e giocano con correttezza“.
Su Piatek: “L’ho visto come tutte le altre settimane. Deve pedalare e pensare alla squadra, l’ho visto molto carico”.
Su De Rossi: “Al di là dei miglioramenti tecnico-tattici, quello che mi ha colpito è lo spessore umano. Ogni volta che ha sbagliato, ha chiesto scusa, mettendoci il suo faccione. Abbiamo un buon rapporto, è uno curioso. Ragiona già da allenatore, gli auguro il meglio. Sono d’accordo con le parole di Kolarov, la Roma se ne accorgerà quando non ci sarà più nello spogliatoio“.
Su questa settimana: “Siamo padroni del nostro orgoglio, non del nostro destino. Affrontiamo una squadra già retrocessa, dobbiamo fare più punti possibili“.