Genoa, Perinetti: “Bene il mio primo anno, male il secondo, e su Piatek…”

E’ finita l’era Perinetti al Genoa. Il direttore generale lascerà la società, come confermato da lui stesso nella scorsa settimana. Ultima giornata oggi per Perinetti al Genoa che, ai microfoni di Buoncalcioatutti.it, ha ripercorso la sua stagione e mezza sotto la Lanterna:
“Penso di aver trovato una situazione abbastanza delicata al mio arrivo e di aver contribuito a rasserenare l’ambiente. Il mio arrivo è coinciso con la vittoria a Cagliari di Juric, che poi si è deciso di cambiare. Con l’arrivo di Ballardini si è fatta credo una buona stagione, perché ci si è salvati a quattro giornate dalla fine dopo una stagione difficile. Nel secondo anno c’erano più ambizioni, più voglia di non ripetere un’annata difficile come quella appena trascorsa ma paradossalmente è stato più difficile e la salvezza è arrivata all’ultima giornata. Non si tratta solamente di fare da parafulmine: un dirigente deve interpretare nel migliore dei modi gli input societari e cercare di portarli avanti nel migliore dei modi. Nel primo anno credo di esserci riuscito, nel secondo meno”
Inevitabile un ritorno sul caso Piatek. Perinetti più volte ha ripetuto che è stata la punta a voler andar via, Preziosi nei giorni scorsi aveva parlato che non commetterebbe più l’errore di cederlo. Affermazioni che hanno scatenato polemiche tra i genoani. Ecco il commento di Perinetti:
“Credo che poi tutto giri intorno alle mie dichiarazioni sull’incedibilità di Piatek, discorso di cui si potrebbe parlare per mesi e tutti rimarrebbero della propria opinione.
Prima di tutto un dirigente non può mai ammettere pubblicamente una cessione, perché è contrario ai princìpi di una trattativa. La verità è che non c’era l’input di cedere Piatek, poi è arrivato il ciclone Higuain a travolgere tutto. Il Milan ha puntato decisamente su di lui, Piatek ha puntato decisamente sul Milan e quindi la cessione è diventata pressoché inevitabile.
Questo è difficile da spiegare e difficile da capire, ma le cose sono andate così. Dispiace per ciò che ha generato tutto questo, ma non c’erano alternative. Delle cose abbiamo sempre parlato tutti e lo staff dirigenziale ha avuto modo di dire la sua.
Poi credo che nel calcio come in qualsiasi azienda che si rispetti ci sia una persona – che è il proprietario – a dover dire l’ultima parola. Tutti abbiamo avuto l’opportunità di parlare, a volte essendo più ascoltati e a volte meno, ma questo rientra nelle dinamiche di una società”.
Sul suo addio al Genoa Perinetti ha così commentato:
“Chiudiamo questa avventura, questa esperienza. Ovviamente c’è un po’ di rammarico per non essere riusciti a dare quel che si voleva, non ci sono riuscito e mi dispiace per non aver portato a termine completamente quello che volevo fare nell’interesse della proprietà e della società, che ha pensato a cambiamenti nel management. Credo che il mio passo indietro sia condiviso totalmente con la proprietà e utile per consentire più velocemente la ripartenza del Genoa del domani, verso prospettive mi auguro migliori rispetto alle ultime esperienze”
Bari e Venezia hanno manifestato interesse per Perinetti. Il direttore ha così analizzato le voci inerenti al suo futuro:
“Io ho sempre avuto buoni rapporti con la tifoseria, ed uno dei motivi per cui sono arrivato qui era anche per conoscere da vicino questo ambiente: la tifoseria genoana, il clima Genoa. Purtroppo non sono riuscito ad inserirmi nel tessuto connettivo della città o in questa parte sportiva della città ed è un grande rammarico. Da altre parti ho sempre lasciato per fortuna un buon ricordo e quindi spero che in futuro ci possa essere possibilità di lavorare ancora in un ambiente che possa apprezzarmi. Non vorrei lasciare il calcio; devo lasciare il Genoa ed è giusto, opportuno che lo lasci, ma vorrei ripropormi presto in un altro contesto”.