Festa dei 18 anni di Lamine Yamal, l’Adee segnala discriminazione
Atteggiamenti discriminatori per la festa dei 18 anni di Lamine Yamal: il calciatore segnalato dall’Associazione Adee; scoppia la bufera
FESTA 18 ANNI YAMAL ADEE – Un fuoriclasse assoluto del calcio europeo e astro nascente di quello mondiale segnalato in fuorigioco, ma non sul rettangolo verde, quanto dagli organi competenti dell’Adee. Lamine Yamal, asso del Barcellona e della Nazionale spagnola, sarebbe stato denunciato dall’Associazione che tutela e comprende tutte le persone colpite da acondroplasia e altre displasie scheletriche con nanismo (Adee) per aver organizzato uno spettacolo di intrattenimento con uomini affetti da nanismo. L’ente ha segnalato agli organi competenti quanto accaduto in occasione della festa dei 18 anni del calciatore spagnolo.
Lamine Yamal nel caos per la festa dei 18 anni: l’Adee passa alle denunce
Una segnalazione, questa, che non rappresenta una novità nel mondo del calcio. A suo tempo, infatti, nell’occhio del ciclone finirono anche gli ex calciatori del Milan, Theo Hernandez e Samuel Castillejo. In particolare, il terzino – oggi ufficialmente nuovo calciatore dell’Al-Hilal – pianificò una festa con tanto di foto al seguito, per un evento che generò diverse polemiche nei confronti del calciatore francese. Ora, la bufera scoppia sull’atteggiamento di Lamine Yamal, il quale è stato accusato di discriminazione e mancata tutela della dignità delle persone coinvolte.
Di seguito, il comunicato diramato dall’Adee:
“L’Associazione annuncia che intraprenderà azioni legali e sociali per tutelare la dignità delle persone con disabilità, considerando che tali azioni violano non solo la legislazione vigente. Ma anche i valori etici fondamentali di una società che aspira a essere equa e rispettosa. In occasione del compleanno del giovane calciatore, figura di spicco dello sport spagnolo, persone affette da nanismo sono state assunte esclusivamente per attività di intrattenimento e promozione. Per l’Adee, questo tipo di pratica è intollerabile perché perpetua stereotipi, alimenta la discriminazione e mina l’immagine e i diritti delle persone affette da acondroplasia o altre displasie scheletriche, nonché di tutte le persone con disabilità”.
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