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Un’altra volta, ancora una volta c’è da stare Allegri

Redazione
Massimiliano Allegri

Un’altra volta, ancora una volta c’è da stare Allegri. Il tecnico bianconero ha apposto la propria firma a caratteri cubitali sulla vittoria della Juventus di ieri sera. Una delle vittorie più belle della storia recente della Vecchia Signora, una delle vittorie più volute, cercate, una delle vittorie più auliche. 3-0 all’Atletico Madrid, ribaltato lo 0-2 del Wanda Metropolitano e pass per i quarti di finale ottenuto per la quarta volta in 5 edizioni con l’ex tecnico del Milan.

Allegri questa volta, però, si è superato. E’ semplicemente il miglior lettore di partite al mondo. Colui che riesce a cogliere le piccole sfumature che nessuno nota. Già l’anno scorso (e prima ancora, ma non voglio andare troppo indietro coi ricordi) a Londra contro il Tottenham aveva dato prova di questo suo dono. Juve sotto 1-0 che riesce a ribaltarla grazie agli ingressi di Asamoah e Lichtsteiner vincendo 2-1 e, anche in quella occasione, qualificandosi per i quarti. Poi ci fu Madrid e tutti sanno come andò.

Ma ieri sera ha fatto qualcosa di illogico, di irreale. Certo, con Ronaldo è tutto più facile, ma CR7 è incondizionatamente riconosciuto come il migliore al mondo. Allegri no. Sembra quasi si diverta ad andare in difficoltà, sembra quasi iniziare a sorridere quando tutti ormai stanno per disperarsi. Come se godesse nel leggere le critiche e gli insulti che gli vengono lanciati. Solo per poi, puntualmente, far ricredere tutti sul campo. “Sono solo gli ottavi…” aveva detto in modo quasi fastidioso in conferenza stampa. Ciò che stupisce è la sua tranquillità nei momenti topici.

Allegri, quando c’è da rimontare, sa dare il meglio di sé. Tira fuori il vestito per le serata di gala e prepara lo spettacolo. Sempre e comunque con qualche colpo di scena. Perché anche solo pensare di lasciare fuori un signore come Paulo Dybala in una partita come questa e anche semplicemente ipotizzare di schierare Emre Can terzo di difesa (era da anni che non ricopriva quel ruolo) erano cose da pazzi.

Fiducia a Bernardeschi (sì, è un fenomeno), più adatto a fare l’esterno. Fiducia a Spinazzola (ah si, ieri era l’esordio assoluto in Champions per lui, mica male), più adatto a giocare a sinistra. Fuori Dybala, utile comunque nella ripresa. Can, come detto, centrale di destra. No, non terzino come diceva Caressa. O meglio, non subito. Perché poi al minuto 67 ha avuto la sua rivincita anche il tanto bistrattato giornalista che aveva ipotizzato proprio il tedesco largo a destra in una difesa a 4.

Bene, ecco, tutto questo poteva sembrare pazzia. Alla fine si è dimostrata genialità. Formidabile l’impatto mentale che ha trasmesso alla squadra, formidabile la preparazione tattica con la volontà di ampliare il gioco sugli esterni. Formidabile la cattiveria con cui gli uomini di bianconero vestiti arrivavano sulle seconde palle. Formidabile, insomma, Massimiliano Allegri che risorge come una fenice dalle sue ceneri ogni volta che viene dato per finito. Un’altra volta, ancora una volta, chapeau.