ESCLUSIVA Zortea, l’ex dirigente: “Sogna la Nazionale e le coppe europee”

Raffaele Campo Pubblicato il 15 Luglio 2025 Aggiornato il 15 Luglio 2025

ESCLUSIVA ZORTEA EX DIRIGENTE – Uno dei milgiori esterni di questo ultimo campionato di Serie A è stato Nadir Zortea, che dodici mesi fa il Cagliari aveva acquisito a titolo definitivo dall’Atalanta.

Con la maglia dei sardi, e sotto la guida di Davide Nicola, il laterale destro ha totalizzato 37 presenze impreziosite da ben 6 gol e 2 assist. Inevitabile che in queste settimane il suo nome sia accostato a diversi club.

In esclusiva a Europacalcio.it ha parlato Mauro Cappellaro, figura fondamentale per il giocatore rossoblu ai tempi del vivaio dei veneti della Feltrese (successivamente diventata Union Feltre), dove Zortea ha militato prima del trasferimento al Sudtirol nell’estate 2013.

Partiamo dalla domanda più scontata: come si accorse di Zortea?

“Primeggiava con gli Esordienti del Primiero. Io sono un insegnante di educazione fisica e al contempo ero Responsabile del settore giovanile della Feltrese, avevo un collega della zona con cui ogni tanto mi sentivo. Mi segnalò che c’era questo bambino molto bravo. Andai a vederlo e rimasi stupito dalle qualità di Zortea, così avvenne poi il suo passaggio alla Feltrese“.

In cosa eccelleva in particolare?

“La sua qualità principale era la resistenza, ereditata di sicuro dal padre Franco, che è un ottimo ciclista e fondista. Inoltre correva tanto e segnava, considerando che era esterno d’attacco. Durante il percorso nei Giovanissimi giocava con i classe 1998 nonostante fosse più giovane e fece la bellezza di 20 gol. E ti racconto questo aneddoto: tre volte a settimana si allenava con i Giovanissimi, ma faceva anche un quarto allenamento con me negli Allievi“.

Poco dopo il passaggio al Sudtirol.

“Successe in occasione di un torneo estivo a Borgo Valsugana, e fece gol anche al Sudtirol che proprio in quell’occasione lo notò. Noi come Feltrese stavamo firmando una partnership con l’Atalanta, quindi andò a Bolzano a titolo temporaneo“.

Come fu l’impatto con l’Atalanta?

“Il primo anno fu traumatico perché lo misero terzino, e a Nadir (Zortea, ndr) non piaceva questo ruolo. Ma durante il suo secondo anno a Bergamo parlai con Luca Silvani, uno dei resposabili del vivaio nerazzurro, e mi disse che era certo che Nadir sarebbe arrivato a giocare in Serie A. Pensa che all’inizio la sua famiglia non era convinta del suo approdo a Bergamo perché ritenevano l’Atalanta uno step troppo grande per lui. Volevano che crescesse ancora al Sudtirol“.

Venendo al presente, che annata è stata questa al Cagliari?

“Ha giocato da esterno alto, in un ruolo ambiguo per lui, però i gol li ha fatti. Per me la posizione in cui si esprime meglio è se gioca da quinto di centrocampo, in un 3-5-2: potrebbe fare anche 70 metri di corsa, in più gli riesce meglio attaccare che difendere“.

Quale è stato il momento chiave della sua carriera?

“La salvezza conquistata con la Salernitana. Facendo benissimo in una piazza calda e difficile ha acquisito quella ulteriore consapevolezza che ora lo sta facendo emergere sempre di più“.

Le voci di mercato lo accostano alla Fiorentina e alla Roma. In quale di tali contesti lo vedrebbe meglio?

“L’ho sentito qualche mese fa e mi disse: “Ora voglio fare uno step in più, andare in Nazionale e andare in una società che giochi le coppe europee”. Per quanto riguarda le squadre citate, Gasperini lo consoce e lo ammira molto, anche se all’Atalanta lo ha fatto giocare poco. Ma Nadir mi dice che con lui ha imparato tanto“.

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