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Nuova Champions League: più soldi, meno romanticismo

Manos Staramopoulos
Champions League Pallone

Il cambiamento epocale della Champions League

Gli anni passano, le stagioni scorrono e il calcio si trasforma. Anche la Champions League ha seguito questa evoluzione, abbandonando la tradizione per abbracciare una struttura più dinamica e commerciale.

L’innovativo progetto UEFA con 18 partite in contemporanea in altrettanti stadi ha segnato un cambio di passo storico. Un tempo, bastavano sette partite per vincere il trofeo, come nel 1955 con il Real Madrid. Oggi, per superare il primo turno, servono dieci gare in cinque mesi.

I nostalgici storcono il naso, ma i numeri parlano chiaro: il nuovo format ha regalato 64 gol in una singola giornata, stabilendo un primato assoluto.

Perché la UEFA ha stravolto la competizione?

La Confederazione europea aveva tre obiettivi chiave:

  1. Mantenere vivo l’interesse fino all’ultima giornata.
  2. Rendere ogni risultato e ogni gol decisivi.
  3. Offrire maggiori opportunità ai club meno blasonati.

Missione compiuta: 25 squadre su 34 sono scese in campo con un obiettivo concreto nell’ultima giornata. Che fosse per entrare tra le prime otto, garantirsi un miglior piazzamento nei playoff, o semplicemente strappare un posto tra le migliori 24, ogni gara è stata combattuta fino all’ultimo secondo.

La grande delusione: la Dinamo Zagabria e il peso di un 9-2

Se c’è una squadra che ha imparato sulla propria pelle quanto ogni gol conti, quella è la Dinamo Zagabria.

Nonostante la vittoria sul Milan per 2-1, il club croato si è classificato 25°, rimanendo fuori dai playoff. Un’uscita amara, figlia soprattutto di un disastroso 9-2 subito contro il Bayern Monaco nella fase iniziale. Basterebbe un 6-2 in quella sfida per cambiare la storia.

Questa è la nuova Champions: nessuno può più permettersi di prendere una partita sotto gamba.

Le grandi rischiano, le piccole sognano

Squadre di seconda fascia come Lille e Aston Villa hanno chiuso tra le prime otto, dimostrando che il nuovo format dà spazio anche agli outsider.

Dall’altra parte, le big come Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco e PSG non possono più limitarsi a controllare la fase a gironi. Devono affrontare un turno intermedio insidioso e, come dimostra il sorteggio, il rischio è alto: per la quarta volta consecutiva, City e Real si sfideranno prima della finale.

Più partite, più spettacolo, più guadagni

Con 144 gare giocate e solo 12 squadre eliminate, la Champions League ha imboccato un sentiero senza ritorno. L’UEFA ha abbracciato il modello svizzero, garantendo più incroci tra i grandi club e, di conseguenza, più ricavi televisivi.

I numeri confermano il successo: 470 gol segnati, con una media di 3,27 reti a partita, superando il record della stagione 2019-20.

Le perplessità iniziali lasciano spazio alla realtà: il nuovo format funziona. Il romanticismo del passato è ormai un ricordo lontano, sostituito da un calcio più frenetico, imprevedibile e soprattutto redditizio.