Hancko, il retroscena sull’offerta Al Nassr: “Vent’anni di carriera…”
David Hancko, nuovo acquisto dell’Atletico Madrid e molto vicino anche al passaggio all’Al Nassr, ha raccontato della grande offerta araba
OFFERTA AL NASSR HANCKO – Nessun rimpianto. Solo qualche sorriso nel ripensare a quanto messo sul piatto dall’Al Nassr e rifiutato dopo diversi colloqui avvenuti tra il club e l’agente. David Hancko, centrale difensivo e pupillo della Juventus all’epoca di Cristiano Giuntoli, alla fine ha assecondato le sirene provenienti da Madrid e dall’Atletico, con Simeone artefice del buon esito della trattativa con il difensore slovacco. Direttamente dal ritiro della Nazionale, tuttavia, l’ex centrale del Feyenoord ha confessato, pur non citando espressamente le cifre (ma facendole ampiamente intuire) l’ingente offerta da parte del club arabo in cui milita, tra gli altri, Cristiano Ronaldo. Nel corso della conferenza stampa che ha anticipato la gara contro il Lussemburgo (vinta per una rete a zero) Hancko ha dichiarato:
“Quest’estate, oltre alla proposta dell’Atletico Madrid – che era già stata presentata un anno e mezzo prima – ne è giunta una davvero incredibile dall’Arabia. Vi posso solamente svelare che dovrei giocare altri vent’anni di carriera in coclhoneros per raggiungere quelle cifre così elevate. Tuttavia, dopo i primi colloqui con il mio agente, avevamo notato qualcosa di strano e abbiamo optato per chiudere con il mio nuovo club. Sono molto soddisfatto di questa scelta, che ho deciso di intraprendere anche per motivi personali, oltre che professionali. Mia moglie è incinta e non ritenevo opportuno portarla dall’altra parte del mondo in un momento così importante per il nostro futuro. Così, la trattativa con l’Atletico, ormai lunga un anno e mezzo, si è concretizzata in un solo giorno, praticamente”.
Hancko rappresenta già un perno fondamentale per il Cholo Simeone. Lo slovacco, infatti, risulta il nuovo acquisto dei colchoneros al quale è stato concesso più minutaggio in campo in questo inizio di stagione. Una scelta di carriera e di vita, quella del ventottenne, a prescindere dai tanti milioni di motivi per raggiungere l’Arabia.
