ESCLUSIVA Nicolussi Caviglia, l’amico Zanat: “Vi racconto Hans”

ESCLUSIVA NICOLUSSI CAVIGLIA ZANAT – Al di là di come finirà il campionato, uno dei migliori centrocampisti di questa Serie A 2024/2025 è stato senza dubbio Hans Nicolussi Caviglia, 24 anni e alla prima stagione al Venezia.
Da agosto ad oggi, con la maglia arancioneroverde il mediano ha raccolto 33 presenze con 4 gol e 3 assist. Imprescindibile è stato il suo apporto alla squadra di Eusebio Di Francesco.
Per parlare dell’ex Salernitana e Juventus, Europacalcio.it ha intervistato in esclusiva Alessandro Zanat, amico nonché ex compagno di squadra del giocatore valdostano ai tempi dell’Aygreville. Oggi lavora in Sardegna come coordinatore sportivo presso l’Hotel Cala di Volpe, non lontano da Porto Cervo.
Zanat, finalmente stiamo vedendo il vero Nicolussi Caviglia.
“Hans ha sempre creduto in sé stesso e le qualità, come i calci di punizione e la precisione nel battere i corner, non gli sono mai mancate. A Venezia ha trovato un allenatore che riesce a farlo esprimere bene e che gli dà fiducia. Prima non giocava continuità ed era un fattore che lo penalizzava“.
Ormai è chiaro che se anche il Venezia dovesse salvarsi, il giocatore lascerà i lagunari. Lei in quale contesto lo vedrebbe bene?
“Potrebbe stare benissimo in una squadra da zona Conference o Europa League. Ma se devo fare il nome di una squadra, lo vedrei bene nel Como: a Fabregas piace giocare avanti e in verticale. In più lì, da quello che si vede, c’è altresì un progetto molto ambizioso, non mirano alla semplice salvezza“.
Lei ha giocato assieme a Nicolussi Caviglia all’Aygreville. Cosa ricorda di quel periodo?
“Sono passati tanti anni perché è stato ai tempi in cui eravamo nei Pulcini e giocavamo sei contro sei. Posso dirti che si vedeva comunque che Hans aveva qualcosa in più: tirava più forte di noi ed era sempre preciso, a volte segnava persino da centrocampo. Aveva una grande voglia di emergere e in più è sempre stato un ragazzo tranquillo e normale, non è un tipo appariscente. Posso dire che è rimasto così perché ci siamo visti anche abbastanza di recente, ma quando sono con lui evito di parlare di calcio perché deve per forza essere concentrato sul calcio tutta la settimana, quindi a volte bisogna svagarsi“.
Un episodio di quel periodo che ha ancora in mente?
“Non ho mai dimenticato quando ad un torneo Hans ricevette la palla stoppandola e fece partire un tiro che si stampò all’incrocio dei pali: una roba incredibile per un bambino di sei-sette anni. Poi quando siamo diventati più grandi ci siamo sfidati da avversari quando lui tornò a fare una amichevole in Val d’Aosta con la Juve“.
Se non vado errato, all’Aygreville il vostro allenatore era Marco Giovinazzo. Quanto è stato importante per Nicolussi Caviglia?
“Lui era anche dirigente, una figura fondamentale per tutti noi. Parlando nello specifico di Hans, lo ha accompagnato e gli è stato molto vicino durante il passaggio alla Juve, e lo ha sempre sostenuto nei momenti difficili. Senza dubbio gli ha dato notevole aiuto“.
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