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Dundjerski sul Treviso: “Mi sono sentito a casa, la piazza e i tifosi non meritano queste categorie” – ESCLUSIVA EC

Raffaele Campo
Dundjerski

DUNDJERSKI SUL TREVISO – Ha trascorso due anni al Treviso, dal 2002 al 2004, mentre ora – dopo aver appeso gli scarpini al chiodo nell’estate 2008 – è direttore sportivo del Vojvodina, club serbo.

Stiamo parlando di Ljubisa Dundjerski, ex centrocampista centrale che nella Marca ha scritto la storia. Indimenticabile la grande promozione in Serie B festeggiata a maggio 2003, così come l’ottimo campionato successivo disputato in cadetteria.

DUNDJERSKI SUL TREVISO

DUNDJERSKI SUL TREVISO – Con la casacca biancoceleste Dundjerski ha collezionato 44 presenze e 3 gol. Intervistato in esclusiva da “Europa Calcio“, ha ricordato quell’importante biennio.

Così esordisce Ljubisa: “È stata una esperienza bellissima sotto ogni punto di vista, umano e calcistica. Non era facile perché ripartivamo dalla Serie C. Dopo i contatti con il direttore sportivo Osti, mi chiamò il mio amico Fabio Gallo, con cui avevo già giocato assieme all’Atalanta e al Como, e mi convinse definitivamente a scegliere il Treviso. Mi trovai da subito benissimo, mi sentivo come a casa. Il club era fantastico: non ti faceva mancare nulla, il tuo unico pensiero era unicamente quello di giocare a calcio. Stesso discorso per quanto riguarda il gruppo, che era coeso e tutti volevano dare il massimo. Ricordo ancora poi i festeggiamenti per la promozione in B: entrai in campo a pochi minuti dalla fine e poco dopo esplodemmo dalla gioia, fu qualcosa di indimenticabile“.

Dundjerski ricorda bene anche la città: “Posto meraviglioso e tranquillo, anche mio figlio piccolo stava molto bene. Con la gente mi sono trovato benissimo, ho amici trevigiani con cui legai molto a quel tempo e con i quali mi sento ancora. Inoltre il cibo era ottimo, andavo spesso a cenare in un ristorante a Lancenigo, non lontano da dove ci allenavamo“.

Infine sul momento attuale del Treviso: “So bene che da qualche anno il club non è più tra i professionisti. Mi dispiace tanto perché questa è una città dello sport, quando ero lì andavo a seguire anche il basket e la pallavolo. Senza dimenticare che anche la squadra di rugby era molto famosa. Spero davvero tanto che il Treviso si rialzo e torni tra i professionisti, la piazza e i tifosi non meritano queste categorie“.

 

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