Coppa Libertadores, non si gioca: River – Boca rinviata a data da destinarsi

[df-subtitle]Il Boca: “Non c’erano i presupposti per giocare” e chiede la squalifica del River. I due presidenti convocati per martedì mattina. Corsa contro il tempo per la nuova data[/df-subtitle]
La finale di Coppa Libertadores non si gioca. Il Superclasico non è neanche cominciato che è già finito a causa della violenza all’esterno dello stadio del River. Dopo le scene di ieri, la Conmebol ha comunicato che la finale tra River e Boca è rinviata a data da destinarsi: “La partita è stata rinviata perché non c’è uguaglianza di condizioni”, ha detto Alejandro Dominguez, presidente della Conmebol. Nelle scorse ore, il Boca Juniors aveva diramato un comunicato ufficiale con cui annunciava la volontà di non scendere in campo. Il comunicato riportava il parere di giocatori e staff tecnico, oltre alle diagnosi realizzate dai medici nei confronti dei calciatori rimasti feriti ieri (tra cui il capitano del Boca Pablo Perez) nell’attacco contro il pullman che trasportava la squadra al Monumental.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, il reclamo del Boca è stato accolto parzialmente, perché la sfida non avrà luogo stasera (come invece stabilito ieri dopo la riprogrammazione), ma si disputerà comunque: il Boca aveva infatti chiesto la sospensione della sfida e, di conseguenza, l’assegnazione della vittoria a tavolino, appellandosi all’articolo 18 della Conmebol, secondo cui è previsto il k.o. a tavolino per il club incapace di garantire il regolare svolgimento dell’evento organizzato. Nessuna squalifica e nessun k.o. a tavolino quindi per il River Plate.
E tutto questo nonostante il patto firmato ieri tra i presidenti di Boca, River e Conmebol, con il quale le parti in causa assicuravano la volontà di disputare regolarmente la partita. Ma il nuovo controllo realizzato oggi su Pablo Perez ha stravolto i piani: “Il capitano xeneize – secondo quanto recita il referto medico – non è in condizioni di affrontare una partita a causa della riduzione del campo visivo causata dall’ulcera alla cornea diagnosticata in seguito agli incidenti verificatisi ieri”. Di conseguenza, il Boca ha considerato che non vi fosse quella ‘parità di condizioni’ citata nel documento firmato ieri e considerata requisito fondamentale e imprescindibile per poter giocare la partita.
Dopo il rinvio a data da destinarsi deciso dalla Conmebol, il tecnico e il presidente xeneizes ci hanno messo la faccia presentandosi in sala stampa per spiegare che “Semplicemente non c’erano i presupposti per poter giocare. Quello che abbiamo subito ieri – ha analizzato Barros Schelotto – ci ha messo in condizioni di svantaggio a livello sportivo e non ci si può giocare una Libertadores in questo modo. È un anno che ci prepariamo e ci sacrifichiamo per questo obiettivo. Nessuno può pensare che si accetti di giocare nelle condizioni in cui siamo stati messi ieri”. Il presidente Angelici è andato oltre, facendo intendere che il Boca non si accontenta del semplice rinvio. “Alla Conmebol abbiamo presentato una relazione dettagliata, con tanto di referti e diagnosi mediche. Il reclamo ufficiale che abbiamo presentato è un atto dovuto nei confronti dei tifosi e dei soci, e adesso ci aspettiamo che la commissione disciplinare della Conmebol prenda in esame la nostra richiesta e si pronunci sulla richiesta di sospensione e sanzioni nei confronti del River”.
I presidenti di Boca e River saranno convocati ad Asuncion la prossima settimana (martedì mattina) per stabilire una nuova data in cui disputare la finale, ma sulla questione pende ancora la decisione della commissione disciplinare sulla richiesta di squalifica nei confronti del River. In caso di nuovo rinvio, la nuova data probabile è sabato 8 dicembre, e c’è la possibilità che la partita che venga giocata a porte chiuse o addirittura in un altro Paese. In ogni caso si tratta di una lotta contro il tempo, perché il 18 dicembre è previsto il debutto del campione sudamericano nel Mondiale per Club.