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Atleti professionisti e recupero: come fanno?

Redazione
Atleti professionisti

Quando pensiamo a degli atleti professionisti quasi sicuramente ci preoccupiamo di capire come fanno a ottenere le prestazioni che ottengono durante una gara. La risposta che ci viene data è quasi sempre: “allenati anche tu come fanno loro, e vedrai come riesci a ottenere un simile risultato”! Tutto vero, tecnicamente parlando, eppure c’è un grande ma che da solo cambia completamente l’equilibrio della vicenda: ciò che spesso fa veramente la differenza non è tanto quanto ci si allena, ma come ci si approccia alla fase di recupero!

Molti atleti professionisti della domenica, infatti, pensano che rilassarsi dopo un’intensa sessione di allenamento sia un lusso che non si possono permettere e si dimenticano, invece, di quanto sia importante rilassarsi. Saper dare ai muscoli il giusto grado di respiro è infatti fondamentale per la crescita muscolare, per prevenire gli infortuni più gravi (anche se la sfortuna esiste, ed è bene ricordarlo) e per il benessere generale della persona.

Quelli che sono i migliori atleti al mondo lo sanno bene e conoscono l’importanza del riposarsi dopo essersi allenati, utilizzando anche strategie mirate  al fine di ricaricare corpo e mente, tra oli essenziali, erbe vaporizzate con il Puffco Peak e lunghe sessioni di stretching.

Vediamo insieme quali sono queste tecniche all’interno di questo articolo dedicato.

Questione di carburante?

Cibo

Partiamo dalla cosa più importante ma che arriva per ultima: il sonno! Avere una routine serale ben strutturata è infatti la chiave del recupero muscolare per un atleta professionista. Chi guadagna soldi con la propria prestazione sportiva deve prestare particolare attenzione alla qualità del sonno in quanto quest’ultimo ha un ruolo centrale nella rigenerazione delle cellule, nella produzione ormonale e più in generale della consolidazione degli apprendimenti motori!

Per ottimizzare il riposo notturno si possono fare diverse cose ma le più importanti sono le seguenti: ridurre l’utilizzo degli schermi nelle ore serali, praticare tecniche di rilassamento (come la respirazione diaframmatica) e in generale avere in camera una temperatura fresca da cui partire. Tanto più si sale in alto con il livello dell’atleta, tanto più diventano interessanti le tecnologie: esistono materassi che sono progettati per migliorare la termoregolazione, giusto per fare un esempio che rende chiunque invidioso!

Atleti professionisti e recupero: come fanno?

Parte della qualità del sonno è direttamente collegata alla qualità della nutrizione nel post-allenamento. Il cibo, infatti, è il carburante principale per l’essere umano e chi pratica sport a un certo livello sa benissimo che quello che mangia dopo l’allenamento è importante almeno tanto quanto il tipo di allenamento che porta a termine.

Questo perché nei 30/60 minuti successivi alla fine dell’allenamento si apre la cosiddetta finestra anabolica, ovvero il momento in cui è possibile suggerire al corpo i nutrienti necessari per la riparazione dei tessuti muscolari e per la ricostituzione delle riserve energetiche. Proteine, carboidrati e grassi vanno bilanciati a seconda dello sport e vanno utilizzati in maniera intelligente, così da ottenere un pasto bilanciato!

Per aiutare tutta questa serie di processi gli atleti possono aiutarsi con supplementi di vario genere, sia alimentari che farmacologici (nel rispetto delle regole antidoping). Ci sono tante sostanze naturali che hanno la capacità di velocizzare il recupero da un’infiammazione e la loro assunzione non aggira alcun tipo di regolamento all’interno del contesto sportivo!

Quali attività fanno gli atleti professionisti per velocizzare il loro processo di recupero?

Atleti professionisti_1

La cosa peggiore che si può fare quando ci si allena è smettere di muoversi del tutto una volta terminata la propria sessione. Questo perché, in linea generale, un atleta quando conclude il suo set di movimenti quello che fa è iniziare un breve momento di recupero attivo, ovvero un’attività leggera e controllata che va a stimolare la circolazione e dare inizio al processo di recupero muscolare.

Solitamente parliamo di cardio a bassa intensità che ha lo scopo di dare un momento di attività muscolare minore al corpo della persona interessata; al recupero attivo, poi, va fatto seguire il canonico stretching che invece deve attivare i vari gruppi muscolari in maniera da stirarli, così da limitare l’infiammazione e gestire meglio l’acido lattico. Lo stretching può essere statico o dinamico ma può anche essere accompagnato dalle tecniche di mobilità articolare, che invece hanno lo scopo di migliorare il range di movimento così da prevenire compensazioni dovute alla struttura muscolo-scheletrica.

Volete conoscere un trucco per migliorare la qualità delle sessioni di stretching dei professionisti? Svolgerle all’interno di ambienti rilassanti, con musica soft e luci soffuse, così da semplificare per la persona il concentrarsi sul respiro. Di fatto questa serie di scelte permette di trasformare il tutto in un vero e proprio momento di meditazione attiva, che aiutare chiunque a far si che i muscoli funzionino meglio sul lungo periodo.