Una vita SOCIALe oltre le barriere del Network

[df-subtitle]Social, calciatori e giornalisti insultati quotidianamente[/df-subtitle]
Nel terzo millennio in un’epoca ormai digitalizzata dove tutto non è approvato se non ha un minimo di tecnologia, c’è una cosa che però sta prendendo il sopravvento, i Social. I Social Network nascono nel 1997 ma lo scetticismo degli utenti è stato superato nel 2004 quando la piattaforma Facebook ha iniziato a decollare. Ora voi vi chiedete cosa c’entra tutto questo con il Calcio? La vostra risposta sarà sicuramente “Bravo è quello che stavo pensando, mica ho cercato Aranzulla”. Allora ripeto il concetto, i Social se non usati con parsimonia rovinano ulteriormente la nostra quotidianità, la classe più colpita è proprio quella dei calciatori e vip in generale, avendo a che fare con migliaia di utenti, delle volte ingestibili. Tiriamo fuori dal cilindro qualche esempio, Santon a gennaio fu costretto a chiudere i suoi profili social per via dei troppi insulti, minacce e chi più ne ha ne metta, tutte ricevute dai tifosi della sua squadra (ai tempi l’Inter) per un errore. Un errore che però non è stato digerito dai tifosi. Secondo esempio, il calciatore Dal Col, terzino dello Spezia, obbligato a chiudere i profili social per colpa degli insulti ricevuti dai tifosi del Parma. Ultimo in arco temporale la foto di Bonucci di qualche giorno fa, relativa al suo ritorno alla Juventus. I social network dovrebbero essere il modo per essere vicini nel bene e nel male ai propri beniamini, scrutare nelle loro giornate tipo, farsi un po i fattacci loro 🙂 , ma mai usarli per minacciare e offendere chi lavora, seppur divertendosi. Immaginate, correva l’anno 1994, Baggio sbaglia il rigore in USA 94, si scatenano i social e per disperazione taglierà il codino. Maradona segna e dal VAR non fischiano la famosa “Mano de Dios” 🙂 putiferio social, Maradona abbandona il calcio. Dopo questo momento goliardico torniamo ad esser seri, sconcertante furono gli insulti al figlio di Bonucci, durante un momento molto delicato della sua vita e della carriera del papà. E’ anche vero che i calciatori sono esseri umani e alle offese hanno anche risposto, come gli esempi sottostanti:
[df-subtitle]Benatia contro Crozza[/df-subtitle]
“Imbecille testa di c***o non fai ridere nessuno”. Storia Insagram di Mehdi Benatia,dove insulta Maurizio Crozza, comico che durante un suo show in tv aveva deriso il giocatore bianconero per aver paragonato a uno “stupro” la decisione dell’arbitro in Real-Juventus (un contestatissimo rigore al 93′ causato da un fallo dello stesso Benatia).
[df-subtitle]Caso Donnarumma, nato a Castellammare di Stabia, a pochi km da Napoli, giocare contro i partenopei è sempre una ricorrenza[/df-subtitle]
Durante Milan-Napoli finita 0–0, il giovane portiere milanista ha salvato il risultato con una parata fenomenale al 90′ sull’attaccante azzurro Milik. In un video dopo la partita, rivolto a suo zio, Donnarumma lo prende in giro. Con qualche insulto vernacolare.Il video era stato fatto ‘privatamente’, ma la cosa dev’essere sfuggita di mano alla famiglia Donnarumma. Scatenando la rabbia dei tifosi del Napoli. Donnarumma si è poi scusato.
[df-subtitle]Nainggolan e la diretta Instagram mentre è ubriaco, fuma e bestemmia[/df-subtitle]
“Sto ‘mbriaco fracico!”. E poi una bestemmia. Radja Nainggolan, centrocampista belga 29enne all’epoca della Roma ora in maglia nerazzurra, è un tipo pieno di vita sia in campo che fuori. Ma lo scorso Capodanno ha esagerato: in diretta su Instagram, ha ripreso la mezzanotte a casa sua. Musica dance sullo sfondo, un drink in mano, sigaretta accesa in bocca, urla e bestemmie. Il video è diventato immediatamente virale. Ma la sua ex società non ha per nulla gradito e ha lasciato il giocatore in tribuna nel match successivo. Potremmo andare avanti per ore, infatti non pensiamo di far chiudere i social ai nostri calciatori, pensate che un post di Ronaldo frutta 750mila euro, ma l’educazione e il rispetto devono essere implementate assolutamente come un Plug-in nei social, che siano essi calciatori, giornalisti o persone comuni. Ormai se non fai le storie sei fuori dalla storia.
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