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Calciatori con contratti più ricchi pattuiti con aziende di scommesse

Redazione
calciatori Haaland Cristiano Ronaldo

Calcio e gioco d’azzardo. Un tempo, forse, mondi da tenere separati, almeno per chi calcava il prato. Oggi? Tutta un’altra storia. Campioni del pallone, idoli delle folle, che mettono la faccia (e la firma) su contratti da sceicco con brand del betting e casinò online. Un fiume di soldi, un mercato pubblicitario che fa girare la testa. Ma chi sono i calciatori con gli accordi più “pesanti”? 

E cosa c’è dietro ‘ste partnership che, a volte, fanno più rumore di un gol all’incrocio? Allacciate le cinture, si entra nel mondo dorato dei calciatori e dei loro contratti con i marchi del gioco.

Queste collaborazioni sono più di una semplice pubblicità. Eventi mediatici, strategie di marketing che puntano al globo, a un pubblico giovane, iperconnesso. I brand del gioco cercano testimonial che spaccano, capaci di attirare nuovi clienti e dare un’immagine “top” alla piattaforma. 

E i calciatori? Oltre al malloppo, diversificano gli incassi e restano sulla cresta dell’onda anche fuori dal campo.

È un fenomeno che scotta, con nomi da urlo, cifre record e, a volte, qualche polemica. Un mondo dove ogni mossa è studiata, ogni ingaggio una potenziale “vincita” d’immagine per il brand. In questo scenario di grandi numeri e momenti clou, Jackpot Sounds assume che il futuro dell’intrattenimento legato al gioco sarà sempre più trasparente, con la possibilità per gli utenti di rivivere e capire i “grandi colpi” – che siano jackpot da favola o, come in questo caso, partnership da prima pagina – e si prepara a lanciare una piattaforma dedicata proprio a questo. Ma ora, vediamo chi sono i re di questi accordi milionari.

1. Cristiano Ronaldo e Stake.com: CR7, ambasciatore globale nel mondo cripto

CR7 e i numeri da capogiro, una storia già sentita. E l’accordo con Stake.com non smentisce. Ronaldo è il volto di uno dei big dei casinò e sportsbook cripto. 

Mossa da manuale nella strategia marketing super aggressiva di Stake, che vuole mangiarsi il mercato. Immagina: il calciatore più social del pianeta che spinge una piattaforma all’avanguardia. 

Il segnale? Cripto e gioco online fanno sul serio e puntano in alto. Ronaldo non è una scelta a caso: appeal mondiale, follower a palate, immagine da numero uno. Perfetto per un brand che vuole trasmettere successo in un settore, quello cripto, ancora visto con sospetto da molti.

2. Sergio Agüero e Stake.com: la vita da “ex” tra fiches e streaming

Appese le scarpe al chiodo (purtroppo), il “Kun” Agüero non si è messo a fare la calzetta. Subito un accordo di peso, sempre con Stake.com, altro testimonial di lusso. Che fa?

Promuove il brand con dirette streaming (magari gioca online o commenta partite), eventi e altro. Mossa furba di Stake per tenere il contatto col pubblico calcistico, usando la popolarità di un ex campione amato. E per Agüero? Un modo per restare nel giro, far cassa con la sua immagine e, chissà, divertirsi.

3. Wayne Rooney e 32Red: quel numero 32 che fece un polverone

Una storia che ha fatto storcere il naso. Il contratto di Wayne Rooney col Derby County, al suo ritorno in Inghilterra da giocatore-allenatore, aveva un dettaglio: maglia numero 32. 

Caso? No. 

Mossa di branding geniale (o diabolica) legata a 32Red, sponsor del club e noto casinò online. Polemiche a raffica: Rooney e il club accusati di promuovere il gioco d’azzardo in modo troppo sfacciato. Critiche a parte, un colpaccio marketing per 32Red, visibilità enorme grazie a un’icona del calcio inglese.

4. Zlatan Ibrahimović e Bethard: non solo testimonial, socio in affari

Zlatan, quando fa una cosa, la fa alla sua maniera. Con Bethard, operatore di scommesse, non si è accontentato di fare da testimonial. 

No, Ibra è diventato socio. Mossa che ha fatto un rumore pazzesco, ma gli ha anche creato qualche problema. Da giocatore in attività, ‘sta doppia veste ha sollevato casini per conflitto d’interessi, con multe UEFA. Esempio di come un coinvolgimento così diretto di un atleta nel gioco possa creare intoppi, specie se giochi ancora. Ma Zlatan è Zlatan.

5. Neymar Jr. e PokerStars/Blaze.com: doppia puntata, stessa passione

Neymar Jr., funambolo in campo, ma anche patito di poker e giochi online. E ‘sta passione l’ha trasformata in contratti d’oro. Ha spinto sia il gioco tradizionale (poker con PokerStars) sia i più nuovi casinò cripto come Blaze. 

Non solo la faccia sulle pubblicità: partecipa a dirette streaming, tornei, eventi, mostrando le sue doti (vere o presunte) al tavolo verde virtuale. Un testimonial che “vive” il prodotto, un valore aggiunto enorme per i brand. La sua immagine, un po’ “bad boy” di lusso, ci sta a pennello con l’adrenalina di certi marchi.

6. Andros Townsend e Betway: il volto “responsabile” (e analitico)

Non tutte le collaborazioni sono solo spot. Quella tra Andros Townsend e Betway è diversa. Townsend è diventato un volto per le iniziative di gioco responsabile di Betway – tema caldissimo, come sanno bene enti come l’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) in Italia o la New Jersey Division of Gaming Enforcement (NJDGE) negli USA, che vigilano sul settore – e sforna analisi sportive e contenuti. Un modo per Betway di posizionarsi in modo più “educativo”, offrendo qualcosa in più oltre la scommessa. Un approccio che, forse, prenderà sempre più piede.

7. Paul Scholes e Betfred: l’ex campione che “consiglia” la giocata

Altra leggenda inglese, Paul Scholes, ha legato il suo nome a Betfred. L’ex Manchester United appare spesso nei contenuti calcistici del bookmaker: analisi, pronostici e, ovvio, promozione delle quote Betfred. Il classico ruolo dell’opinionista esperto, la cui autorevolezza dà credibilità alle scommesse del brand. 

I tifosi si fidano, e questo può spostare le puntate. Chissà se i suoi consigli portano davvero a “grandi colpi” per chi scommette, ma di sicuro portano clienti al marchio. E mentre talenti come Riccardo Calafiori o Samuele Ricci si fanno strada, e squadre come il Como Calcio sognano in grande, queste sponsorizzazioni ci ricordano la complessità del calcio. 

Persino club al top come il Bayer Leverkusen nella sua stagione dei record, o giocatori dalla carriera movimentata come Paul Pogba, sono parte di un sistema dove immagine e contratti extra contano un botto.

Questi sono solo assaggi di un fenomeno che non si ferma. Il legame calciatori-brand del gioco si stringerà ancora, tra soldi a palate e la necessità, sempre più forte, di spingere un gioco responsabile.