Ranieri: “Ecco cosa non sopporto della tattica. Cagliari ultimo club”

Claudio Ranieri, tecnico del Cagliari, ha rilasciato un’intervista nella quale ha affrontato diversi temi: le sue parole
Claudio Ranieri è pronto ad affrontare l’ennesima sfida della propria luminosa carriera da allenatore, riavvolgendo il filo proprio da Cagliari, squadra con la quale intraprese la prima vera esperienza in panchina. Dopo un’incredibile rimonta, culminata con una nuova promozione in Serie A alla guida dei sardi, il tecnico romano si appresta a vivere l’ultimo rettilineo di un lunghissimo percorso da allenatore con i club cominciata nella stagione 1986/1987.
Intervenuto ai microfoni de La Repubblica, Ranieri ha confermato la volontà di affrontare un’esperienza alla guida di una Nazionale terminata questa seconda esperienza a Cagliari. “Confermo. Questa sarà l’ultima fermata, anche se non escludo un’esperienza con una Nazionale intrigante, ma non è una candidatura alla panchina azzurra. A Cagliari sento di poter chiudere un cerchio dopo trentacinque anni vissuti in panchina. All’epoca della prima esperienza qui, si trattava davvero di una scommessa. Ora, sono sicurissimo sia il posto giusto per smettere. Non so bene ancora quando, magari tra vent’anni!” (ride, ndr).
L’allenatore si è poi soffermato su un aspetto tattico molto ricorrente nel calcio moderno: la costruzione dal basso. Ranieri si è detto contrario all’esasperazione di un concetto che complica uno sport semplice come quello del calcio: “Non sopporto la costruzione dal basso. Mi ritengo un tecnico moderno, capace di adeguarsi ai tempi, ma non capirò mai questa dinamica. Il calcio è uno sport semplice, reso difficile da alcuni allenatori. Rinvio, tiro, gol: breve e indolore. Un po’ come quando si giocava all’oratorio, da piccoli. In Italia tendiamo ad esasperare la tattica; all’estero, no: cosa ti rende vincente? Il risultato finale”.
Ranieri ha poi concluso l’intervista commentando la signorilità che lo contraddistingue agli occhi di tutto il movimento calcistico, tifosi compresi: “Rispetto. Penso si tratti di questo, fondamentalmente: cerco di darne e di riceverne, da sempre. Credo sia una questione legata anche al fatto che io non abbia mai cercato alibi nelle sconfitte. Se perdo, ho perso, a prescindere dalla pioggia o da una decisione arbitrale. Accetto il responso del campo consapevole di aver la coscienza a posto”.