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ESCLUSIVA EC – Bonfiglio: “Vastese, devi essere squadra. Su Palladini e Montani…”

Raffaele Campo

[df-subtitle]Bonfiglio: “Ci sta il cambio di panchina. Dispiace perché purtroppo a pagare è sempre l’allenatore, ma dopo 3 punti in sei gare serve la c.d. scossa”[/df-subtitle]

Una delle maggiori delusioni del Girone F di Serie D è la Vastese. Partita come una delle squadre favorite, finora i biancorossi hanno raccolto solamente 3 punti, frutto di altrettanti pareggi casalinghi, in sei gare. A poco sono valsi i 5 gol di Vito Leonetti, capocannoniere del raggruppamento assieme a Banegas del Francavilla.

E martedì c’è stato il cambio di panchina con l’esonero di Ottavio Palladini, che a fine maggio era subentrato a Gianluca Colavitto. Al suo posto il club ha chiamato Fabio Montani.

Per parlare di questa difficile situazione della squadra, “Europa Calcio” ha contattato in esclusiva Mario Bonfiglio, ex attaccante che nella parte finale della sua lunga carriera ha vestito proprio la casacca della Vastese, precisamente dal 2008 a dicembre 2010, quando la società si chiamava ancora Pro Vasto. Indimenticabili, in particolare, sono stati i suoi due rigori, realizzati al Tolentino all’ultima giornata di Serie D, che consentirono agli abruzzesi il ritorno in Serie C.

Bonfiglio, pur essendo una delle favorite, la Vastese ha raccolto solo 3 punti in sei gare. Come si spiega un andamento così deludente?

Conosco l’importanza della Serie D, è un torneo lungo e difficile. Nella mia prima stagione a Vasto avevamo giocato proprio in quel campionato: non eravamo i favoriti ma sulla carta la squadra era buona. L’inizio non era stato brillante, e infatti a dicembre ci trovavamo lontani dal Fano. Poi però piano piano ci eravamo rialzati e all’ultima giornata vincemmo il campionato. Non avevamo mai mollato, ma soprattutto eravamo stati sempre squadra: questa è la cosa più importante, al di là degli uomini che compongono l’organico. Puoi anche avere una rosa importante, ma se non sei squadra farai sempre fatica nelle partite. Io penso che la Vastese stia pagando anche questo. Magari è un’ottima squadra ma non è ancora ben assemblata e amalgamata, perché 3 punti in sei gare sono davvero pochi“.

Nelle tre gare casalinghe, è sempre accaduto che la squadra si trovava in vantaggio ma poi si è fatta rimontare nei minuti finali. È anche un problema di personalità? 

Questo infatti è legato al discorso di prima. Serve quella struttura emotiva che non ti fa prendere gol nei minuti finali ma tenere il risultato. Peccheranno sicuramente di attenzione, poi c’è anche il piccolo particolare che magari ti va contro, come ad esempio una punizione deviata che finisce in rete“.

Il club ha appena esonerato Palladini, al suo posto è arrivato Montani. Giusto il cambio in panchina oppure al primo andava dato altro tempo? 

Conosco Palladini, è un’ottima persona e come allenatore ha già avuto esperienze importanti come quella alla guida della Sambenedettese. Però con questi risultati ci sta dare la c.d. scossa alla squadra, quella sterzata. Dispiace che a pagare sia sempre l’allenatore perché chiaramente non si possono cambiare venti giocatori“.

Quindi su cosa dovrà lavorare in particolare Montani? 

Dovrà intanto compattare il gruppo, nel caso in cui vi siano malumori interni, e poi cercare di conoscere bene tutti i ragazzi che ha a disposizione, intanto per – mettiamola così – limitare i danni. Deve far capire che per fare punti bisogna essere forti prima di tutto a livello di squadra“.

Lei ha giocato per un periodo nella vecchia Pro Vasto. Cosa ricorda della realtà biancorossa? 

E’ una piazza caldissima. Mi viene subito in mente il giorno della promozione in C2 e la festa con i tifosi in piazza. Chiaro poi che quando si vince è tutto più facile. Io all’ultima giornata (in casa del Tolentino, ndr) avevo battuto i due rigori decisivi per il salto di categoria, il secondo era al 94′, ma ero tranquillo. Perdevamo 1-0 ma nel finale avevamo avuto quei due tiri dagli undici metri“.

Immagino la tensione e l’adrenalina… 

Ti dico, io quando battevo i rigori guardavo fino all’ultimo il portiere avversario. Al secondo penalty ho pensato: “Adesso tiro forte e angolato”. Però subito dopo ho creduto che quando si cambia scelta si sbaglia sempre, quindi mi sono detto: “Se proprio devo sbagliare, voglio sbagliare come tiro sempre io”. Poi la palla è entrata piano piano in rete e da lì iniziò la grande festa. Ricordo grandi persone a Vasto, a partire dai magazzinieri, perché le persone più importanti sono quelle dello spogliatoio. Penso anche al dottore, al presidente Crisci – grande persona – e a tutto il gruppo di ragazzi. C’era gente che veniva dall’Eccellenza e dalla Promozione e altra più esperta come me. Eravamo una buona squadra, con giocatori come Nicolino Fiore, Avantaggiato e altri ancora“.

 

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