[df-subtitle]”Il più grande fra i miei avversari? Maradona. Fra i compagni: Zola, Baggio, Del Piero e Mancini, mi ritengo un centravanti fortunato”[/df-subtitle]
In una lunga intervista apparsa sul Corriere della Sera, Gianluca Vialli ex bomber di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Nazionale, ha parlato tra le altre cose di una vicenda di cui non sapeva nessuno:
«Ora sto bene, anzi molto bene. È passato un anno e sono tornato ad avere un fisico bestiale (Vialli ride). Ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita. Spero che la mia storia possa servire a ispirare le persone che si trovano all’incrocio determinante della vita. E spero che il mio sia un libro da tenere sul comodino, di cui leggere una o due storie prima di addormentarsi o al mattino appena svegli. Un’altra frase chiave, di quelle che durante la cura mi appuntavo sui post-it gialli appesi al muro, è questa: “Noi siamo il prodotto dei nostri pensieri”. L’importante non è vincere; è pensare in modo vincente. La vita è fatta per il 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo. Spero che la mia storia possa aiutare altri ad affrontare nel modo giusto quel che accade».
Su un suo possibile approdo al Napoli: “È vero, ai tempi dello scudetto con la Samp mi cercarono Napoli e Milan oltre alla Juventus”
Su Mantovani e la Sampdoria: ” Ero innamorato di Mantovani, quando parlavo con lui sembrava di camminare sulle acque, ma sapevo anche che quella finale contro il Barcelona sarebbe stata la mia ultima con i blucerchiati. Quella partita un vero incubo: l’ho rigiocata per 4 anni nella mia testa”
Sulla Juve, sul doping e su Moggi: “Boniperti, che sento ancora, e il Trap due grandissimi. Un onore giocare alla Juventus. Senti il peso della maglia è vero, ma anche il dovere di spostare l’asticella più in alto rispetto ad altre squadre. Torino città meravigliosa. Moggi ti spingeva a dare il massimo, ma non ha rispettato le regole. Accuse doping ingiuste e infamanti.”
Sulla champions: “Per fortuna Jugovic segnò il quarto e vincemmo: altrimenti sarebbe toccata a me e già ne avevo sbagliati due importanti in carriera. La Champions non è maledetta per la JUventus: deve solo trovare l’equilibrio tra tensione e serenità. La pressione è moltissima.”