Una sconfitta interna per l’Udinese non è che sia poi una novità negli ultimi anni. Però la partita di ieri ha detto che c’è tanto da salvare in questa squadra.
UDINESE COSA FUNZIONA
IL GIOCO
Ieri chi era allo stadio non può dirsi di non essersi divertito, chi lo fa deve essere stato intento a fare altro. Specifichiamo: la squadra non è esente da critiche e se esce dallo Stadio Friuli prendendo 3 gol e segnandone soltanto 1, allora i campanelli d’allarme devono suonare, ma ieri l’Udinese ha offerto davvero una buona prova. Da premiare le tante occasioni da gol, la manovra che partendo dal basso – evitando i lancioni lunghi di Nicolana memoria – cercava sempre di offrire qualcosa di interessante e costruttivo, triangolazioni, terzo uomo. Insomma c’è tanto di buono nella prestazione di ieri.
IL REGISTA
A centrocampo l’Udinese, dopo anni di sofferenza, sembra aver trovato finalmente un regista dai piedi buoni, dotato di cervello e soprattutto coraggio. A vederlo giocare ci si chiede cosa facesse in Serie B fino all’anno scorso un giocatore come Mato Jajalo. I ritmi, è vero, a volte sono un po’ sonnolenti, ma la sua prestazione non può che far sperare pubblico e squadra.
Il problema semmai verrà quando ci saranno i cali – purtroppo in carriera non ha mai ottenuto grande continuità – oppure basterà un influenza per rimettere in difficoltà l’Udinese in mezzo al campo: troppo importante dopo sole tre partite ufficiali, il classe ’88 croato naturalizzato bosniaco; troppo evidente la differenza con gli altri centrocampisti in rosa.
Oltretutto della sua prestazione ieri ne ha beneficiato alla grande un giocatore come Mandragora. Grazie infatti al fosforo dell’ex Palermo, il centrocampista campano può essere esentato da compiti di costruzione che spesso, come abbiamo visto lo scorso anno, dimostravano quanto non fossero nelle sue corde.
Mentre così l’ex Juventus può fare quello che sa meglio: picchiare quando serve a centrocampo oppure spostare la sua qualità qualche metro più avanti.
LASAGNA
È indubbio come la prestazione di ieri di Lasagna sia la migliore da un anno a questa parte. Sbloccatosi con un meraviglioso gol, il capitano della squadra si è sbattuto, ha recuperato palloni, ha dato il via ad altre numerose occasioni da gol: anche dalla sua voglia di fare passerà la salvezza dell’Udinese
COSA NON VA
LA DIFESA
Male Musso, anzi malissimo. Ed è una novità. Lo scorso anno dopo il disastro a Genova crebbe fino a diventare una delle rivelazioni del campionato. Ieri è troppo morbido sul gol dell’1-1 e il suo errore grossolano dà il via alla rimonta ospite. Speriamo si tratti solo di un incidente di percorso. Male, molto male anche Sema in fase difensiva: l’Udinese in queste ultime ore di mercato deve correre ai ripari. Oltretutto dalle sue parti Samir fa quel che può, ma non è granché intendiamoci, De Paul stretto in mezzo in un centrocampo a 3, non può essere l’uomo della provvidenza se chiamato a svolgere compiti tattici difensivi o a chiudere sulle travolgenti azioni in contropiede del Parma di D’Aversa (e Gervinho).
I CAMBI
La panchina dell’Udinese, ok, non sarà quella di un top club, ma vedere Teodorczyk, Pussetto, Barak – lo citiamo, ma resta un oggetto del mistero dato che non vede il campo da mesi, oppure Fofana, ti fa pensare di avere buon materiale su cui appigliarti per la salvezza. Solo che chi è entrato ieri è stato disastroso. Tudor ha sbagliato il cambio, niente da dire, Fofana entra e rompe gli equilibri di un centrocampo fino a quel momento dominante, lasciando a Inglese – di sponda – e Gervinho – in velocità – lo spazio proprio nel suo lato del campo, per agire in contropiede. Ma lui non fa nulla per farsi perdonare. I mugugni al cambio, sono diventati fischi dopo pochi minuti. Anche Pussetto, nonostante la grinta, e l’attaccante polacco con il nome di un codice fiscale, sciupano le occasioni avute.
INGENUITÀ
Troppe ingenuità hanno portato al pareggio e poi al doppio vantaggio emiliano. Tudor sta lavorando bene sul gioco, ma deve insistere sull’aspetto psicologico: troppo evidenti i cali di tensione, troppo sciagurati i gol presi a causa di spazi enormi lasciati in mezzo per le sponde di Inglese e la velocità supersonica di Gervinho. D’altronde si poteva immaginare e sicuramente la squadra avrà studiato le contromisure: allora perché scoprirsi in quella maniera sull’1-1? Cercare equilibrio tra bel gioco e coperture sarà la chiave per le prossime partite.
In conclusione a Udine non ci si illude e i tifosi sanno già di andare in contro all’ennesimo anno di purgatorio, anche se la partita fino all’1-1 prometteva meglio. Ora l’importante sarà ripartire e azzerare il risultato cercando di motivare un De Paul a tratti apatico – e fuori ruolo – ma soprattutto invitiamo la dirigenza a insistere sul lavoro che sta facendo Tudor, perché ieri, nonostante il risultato, allo stadio ci si è divertiti. Il problema è: basterà per salvarsi? A vedere le avversarie, probabilmente sì. A vedere le ultime stagioni, però, occhi aperti.
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