Foto, video, audio, file ecc. sono elementi presenti nel nostro computer, tablet o smartphone; un’immagine, oggi, non presenta particolari problemi dal punto di vista della memoria, anzi è un file considerato “leggero” di circa 90 kb. I supporti di memoria non sono sempre stati così efficienti e capienti; e, come tutte le cose tecnologiche, hanno richiesto tempo e sviluppo per raggiungere risultati.

I primi esempi che possiamo trovare in merito all’archiviazione di dati sono, al contrario di quello che ci si potrebbe aspettare, dei fogli. Quest’ultimi sono delle schede perforate che, a seconda dei punti in cui erano presenti i fori, rappresentavano un particolare tipo di informazione; il pioniere di questa nuova tecnica è Alan Turing e tramite la sua macchina (chiamata appunto macchina di Turing) era possibile leggere e trascrivere i dati.

Una decina di anni dopo, intorno al 1950, vengono introdotti nuovi sistemi per memorizzare dei dati digitali ovvero i nastri a magnete. Essi erano in grado di memorizzare, in una bobina, l’equivalente di circa 2000 schede; erano quindi di gran lunga migliori sia dal punto di vista dell’efficienza che dell’ ingombro.

SUPPORTI DI MEMORIA

Ma le periferiche di memorizzazione era sono agli albori. Infatti nel 1956 venne introdotto il primo hard disk interno con capacità di circa 5 megabyte cioè l’equivalente di 5000 KB che corrispondono, a circa 50 immagini; una singola unità di memoria di questo tipo poteva sostituire circa 23 nastri magnetici.

Con il trascorrere degli anni i supporti di memoria vennero migliorati ed aumentati di capacità; in ordine cronologico troviamo i floppy disk, CD-ROM, DVD, chiavette usb, microsd ed, negli ultimi anni, i cloud storage. Di notevole importanza quest’ultimi, i cloud storage, poiché a differenza dei precedenti hanno una capacità molto elevata.

Ma non è solo questo l’aspetto a renderle rivoluzionari, bensì la possibilità di accedere alle informazioni senza dover avere un supporto fisico con sé; come potrebbe essere una chiavetta usb o un hard disk. Questo è possibile perché i dati vengono caricati su server online; l’utente ha la possibilità, una volta caricati i dati, di accedervi da un dispositivo dotato di connessione.

I supporti di memoria, in pochi anni, hanno avuto un grande sviluppo; così grande che si possono memorizzare i dati nelle “nuvole” ovvero i cloud (dall’inglese nube/nuvola) storage.

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