[df-subtitle]Antonio Stelitano, terzino classe 1987, parla a “Europa Calcio” di questi primi due mesi all’Anduud City, club di Mongolian National Premier League e della capitale Ulaanbaatar[/df-subtitle]
Conclusa diversi mesi fa l’esperienza in Lituania tra le fila del Nevezis, a partire da marzo la carriera di Antonio Stelitano – 31 anni nonché autentico globetrotter viste le precedenti annate in Argentina, Romania, Repubblica Dominicana e Spagna – è ricominciata dalla Mongolia, precisamente dall’Anduud City.
Fino a questo momento del campionato, iniziato proprio due mesi fa, la squadra arancionera ha collezionato 9 punti, frutto di 3 vittorie e 3 sconfitte. Stelitano è sceso in campo in tutte le partite, e per il tecnico Bralusic è una pedina fondamentale.
In esclusiva a “Europa Calcio”, Antonio Stelitano ha raccontato questo suo inizio in terra asiatica.
Un bilancio di questo primo periodo in Mongolia?
“L’ambientamento è stato difficile per via della grande differenza climatica, sono in una delle città più fredde al mondo. Ero stato anche in Romania e Lituania, quindi questo mi ha aiutato con il freddo. Aver vissuto a lungo lontano ed essere abituato al fuso orario mi ha aiutato. La difficoltà principale è stata la lingua. Ho giocato in tanti paesi dove si parlava spagnolo oppure dove con l’inglese me la cavavo. Qui a parte l’allenatore e gli stranieri, i giocatori asiatici non parlano inglese“.
E a livello calcistico come procede?
“Ho giocato tutte le partite da titolare nel ruolo di difensore centrale e facendo molto bene. Sono sceso in campo in tutte e sei le partite. Abbiamo perso contro l’Erchim, poi con l’Athletic 220, che l’anno scorso è arrivata in finale di coppa, ma erano sconfitte preventivabili. Però abbiamo vinto con altre squadre ostiche come l’Ulaanbaataar. Va considerato che siamo un organico nuovo e con un allenatore nuovo“.
Noi la conoscevamo come terzino. Come si trova in questo nuovo ruolo?
“A livello tecnico sono contento. Sono un terzino completo perché in carriera ho fatto tanti assist, però il mio forte era anche l’uno contro uno in fase difensiva, e qui ho avuto la possibilità di sviluppare anche un’altra posizione del campo e mi sta riuscendo molto bene. Devo solo dire grazie all’allenatore perché ha avuto fiducia in me. E spesso, secondo gli addetti ai lavori, sono tra i migliori in campo e questo mi fa tanto piacere. E’ un’opportunità che mi può aprire altre strade, tatticamente sono sempre stato ordinato e concentrato“.
A proposito, Bralusic che tipo di allenatore è?
“E’ molto conosciuto in Mongolia perché sono sette anni che è qui, ha vinto diversi campionati ed è anche stato tecnico della Nazionale. E ha alle spalle anche esperienze nella Champions League asiatica“.
Riavvolgendo il nastro, Com’è nata questa opportunità?
“Me ne aveva parlato bene mister Ragini, che mi ha fatto inserire qui. E’ stato il primo italiano ad allenare in Mongolia, l’anno scorso mi aveva chiamato facendomi un’ottima offerta, che avevo dovuto declinare in quanto avevo già un accordo col Nevezis. Ci eravamo sentiti un po’ di tempo fa, io credevo che allenasse ancora qui, ma lui invece era già andato via per sua scelta e mi ha detto che se ero comunque interessato a questa esperienza mi avrebbe aiutato a far girare qui il mio nome.
Così mi ha contattato l’Anduud, club molto serio il cui direttore è il tedesco Christian Wolf, di cui tutti parlano molto bene e che sta creando un’accademia molto importante per il futuro. Ha inoltre subito creato una squadra competitiva. Ho visto grande serietà e l’offerta economica era buona. Ora in Asia gli stipendi sono buoni, non più solo in Cina, Corea e Giappone ma anche in Thailandia, Indonesia e Mongolia. Ho accettato questa sfida che perché a 31 anni devo anche pensare al lato economico, e soprattutto perché una Serie A fa certamente curriculum per attirare le attenzioni dall’Europa“.
E a Ulaanbaatar come si vive?
“Mi ha sorpreso questa città, molto moderna e dove non manca niente. Piena di grattacieli e centri commerciali. Io abito al tredicesimo piano di un palazzo, non ero mai stato così in altro, a volte mi fa impressione quando mi affaccio. Purtroppo c’è anche tanto traffico e smog. Ma il mio parere rimane positivo“.
Il campionato locale termina a ottobre. Posto che mancano ancora diversi mesi, in futuro si vede ancora all’Anduud?
“Il mio contratto finisce a ottobre, quando termina la stagione. Ma io ho una clausola che eserciterò dopo il 30 giugno, grazie alla quale mi posso liberare se ricevo offerte da squadre europee, mentre se me ne arrivano da squadre asiatiche la squadra mi venderebbe. Non ti nascondo che dopo aver girato tanto, anche per motivi di familiari e di cuore, mi piacerebbe riavvicinarmi a casa, in Italia – dove sto avendo proposte da squadre professionistiche – sia da Malta, dove mi hanno cercato due diverse squadre“.
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