SICILIA PESCARA – Fino a non molto tempo fa allenava gli Esordienti del Pescara, ottenento importanti risultati. Ora invece, dopo aver sostenuto nel 2016 un corso, vuole intraprendere la carriera di procuratore sportivo. Stiamo parlando di Amedeo Sicilia, pescarese classe 1991 e laureato in Economia e commercio.
SICILIA PESCARA – Intervistato dalla nostra redazione, Sicilia parla dell’importante percorso svolto fino a questo momento e della nuova strada che ha deciso di intraprendere.
[df-subtitle]Com’è stato e quanto importante è stato il suo percorso di studi?[/df-subtitle]
“Posso ritenermi più che soddisfatto del mio percorso di studi. Il giorno precedente l’inizio dell’univesità feci una promessa a me stesso: avrei dovuto terminare in cinque anni esatti (triennale e specialistica) e sarei dovuto uscire con il massimo dei voti, e così è stato, anzi mi sono superato: mi sono laureato con 110 e lode e ho anche frequentato un master a Roma in ambito commerciale. Posso dire che la determinazione nel raggiungere gli obiettivi prefissati è il mio forte“.
[df-subtitle]Oltre a questo, nel 2016 lei ha anche svolto un corso da procuratore sportivo. Che idea si è fatto di questa figura professionale?[/df-subtitle]
“Non ho mai smesso di studiare in vita mia, e anche in questi mesi mi sto impegnando per ottenre un’ulteriore certificazione di lingua inglese. Tornando al calcio, è vero, tre anni fa ho partecipato ad un corso per diventare procuratore sportivo, imparando molte norme, poi ho ricevuto la chiamata del Pescara e al cuor non si comanda. Ora, però, ho chiara la mia strada. E’ un lavoro che mi appassione perché è molto dinamico, conosci sempre nuove persone e fai una scommessa su un giovane che, secondo il tuo modo di vedere calcio, diventerà un calciatore professionista. Col tempo vedremo se ne capisco qualcosa, anche se già attualmente mi sto togliendo qualche soddisfazione“.
[df-subtitle]Cosa fa attulamente per raggiungere questo obiettivo?[/df-subtitle]
“Studio e mi documento quotidianamente tra libri di diritto sportivo, appunti e documenti su internet. Sono in società con un avvocato di fiducia che aiuterà i miei assistiti nella firma del contratto e ho alcuni osservatori in diverse regioni d’Italia che lavorano per me segnalandomi giovani calciatori. Naturalmente trascorro il fine settimana sulle tribune dei campi di calcio, non di certo perdendo tempo come la maggior parte dei miei coetanei. Spesso trascorro il sabato sera vedendo una partita con mio padre e poi a letto perché la domenica mattina mi sveglio presto e vado a vedere partite, anche fuori dall’Abruzzo“.
[df-subtitle]A parere di molti, i procuratori hanno troppo potere nel mondo del calcio, è d’accordo?[/df-subtitle]
“Da sempre credo nella meritocrazia quindi se ci sono procuratori con molto potere, si vede che lo hanno guadagnato nel corso degli anni. Se poi mi parli della remunerazione, ti dico che il mercato attuale è completamente sballato e di riflesso, anche le commissioni per gli agenti sono a volte eccessive“.
[df-subtitle]Ha mai avuto un agente a cui si è ispirato o a cui si ispira di più?[/df-subtitle]
“Sinceramente non mi ispiro a nessuno in particolare. Cerco di studiare il percorso di crescita di molti agenti e di capire le loro mosse vincenti, ma vado avanti per la mia strada e sempre con le mie convinzioni. Un agente che si è fatto da zero proprio come sto facendo io è Andrea Cattoli, che ammiro per aver realizzato il suo sogno. Il fatto di non avere la strada spianata mi dà ancora più carica per raggiungere il mio obiettivo“.
[df-subtitle]Ha già iniziato a seguire dei giocatori? Se sì, come è stato il suo impatto con loro?[/df-subtitle]
“Sì, da tre anni circa. Dal momento in cui ho frequentato il corso da agente, ho iniziato a seguire dei giocatori. Il fine settimana avevo le partite dei ragazzi che allenavo, ma quasi sempre riuscivo a ritagliarmi del tempo per andare a seguirne alcuni sui quali ho puntato la mia attenzione. Sai a quante uscite ho rinunciato e tuttora rinuncio per vedere le partite? Neanche puoi immaginarlo, ma non mi pesa affatto. Con i ragazzi del Pescara Calcio che seguo non è stato difficile l’approccio perché alcuni li ho anche allenati. Per quanto riguarda i giovani fuori regione, tramite segnalazione degli osservatori con cui lavoro. Ciò che posso garantire ai ragazzi e soprattutto ai loro genitori è che agirò sempre con la massima professionalità e correttezza, qualità che mi contraddistinguono da sempre. Ci sono dei ragazzi che seguo da tre anni che ho nel cuore, sarebbe stupendo poter crescere insieme“.
[df-subtitle]Come mi ha accennato, non va nemmeno dimenticata la sua esperienza da allenatore degli Esordienti del Pescara. Cosa le ha trasmesso quel percorso?[/df-subtitle]
“Esperienza fantastica, tre anni non sono pochi. Non finirò mai di ringraziare il responsabile della scuola calcio Angelo Londrillo per avermi concesso l’opportunità di far parte della squadra del mio cuore. Lavorare con i ragazzi ti fa crescere sotto tanti punti di vista, tantissimo sotto quello umano. Consiglio a chiunque un’esperienza del genere. Sicuramente non è semplice, ci vuole tantissima pazienza, ma ciò che ottieni in cambio è impagabile“.
[df-subtitle]Se la sente di raccontare un momento o un episodio indimenticabile al riguardo?[/df-subtitle]
“Ne avrei troppe da raccontare, potrei scrivere un libro. La cosa più bella è trascorrere del tempo con i ragazzi anche fuori dai campi di gioco perché il calcio è, in primis, aggregazione. L’estate mi vedo al mare con molti di loro e giochiamo a calcio insieme sulla sabbia. Più passano gli anni e più è difficile stargli dietro, alcuni stanno diventando davvero forti. Naturalmente li prendo sempre in squadra con me (ride, ndr)”.
[df-subtitle]Cosa andrebbe migliorato all’interno dei sottori giovanili? Inoltre continua la fuga dei giovani talenti italiani all’estero. Qual è il suo parere di questo fenomeno?[/df-subtitle]
“Il problema che c’è da anni in Italia è che la maggior parte dei club ha fretta di emergere e raggiungere determinati obiettivi. Di conseguenza non si attende la crescita dei nostri giovani con riflessi negativi sulla Nazionale. Nell’ultima sessione di mercato sono partiti due giocatori di non poco peso, ossia Kean e Cutrone: entrambi stavano facendo bene con le rispettive squadre, mi è dispiaciuto che siano andati via. Spesso i club vanno a prendere giocatori stranieri a cui mancano i fondamentali, spero cambi questa tendenza. All’interno dei settori giovanili prediligerei la tecnica all’aspetto fisico: spesso ragazzi di valore vengono scartati perché troppo piccoli fisicamente e magari due anni dopo te li ritrovi più alti di 20 centimetri. Ciò che conta realmente in un calciatore è la velocità di pensiero in ogni situazione di gioco“.
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