Serie A in un mare di debiti – Il calcio italiano ha rappresentato, storicamente, un fiore all’occhiello del Belpaese in giro per il mondo. L’apogeo si è toccato – come è noto – a cavallo tra anni ’80 ed anni ’90: nel periodo d’oro l’Italia era meta ambita per un calciatore professionista e la Serie A è stata, per lungo tempo, il campionato più bello del mondo.

La situazione è cambiata negli anni, peggiorando nell’ultimo decennio. Da terra di arrivo a terra di partenza: i Tonali che oggi vanno a Newcastle un tempo forse sarebbero rimasti. Ma ogni tempo ha le sue caratteristiche. E questo, per il massimo campionato italiano, è tempo di magra. La situazione è chiara: la Serie A è travolta dai debiti e non tiene più il passo dei campionati europei di maggior risonanza.

All’indomani della crisi Covid sono emersi problemi più concreti delle stime. E sono emersi nelle casse dei club. In alcuni casi salvati dagli azionisti, in altri casi vittime della lievitazione del debito. Fatto sta che al termine della stagione 2020-2021, la Serie A ha sfondato i 3,4 miliardi di debito, per la prima volta.

Serie A in un mare di debiti, preoccupa la crisi dei top club: i dati

Una situazione che fa rumore ai piani bassi, come ben dimostra il caso Sampdoria che ha tenuto banco fino a poche settimane fa. Ma il rumore aumenta se si va verso i piani alti, con la situazione economica dei top club– in teoria quelli deputati maggiormente a rappresentare l’Italia calcistica nel mondo – in gravissimo affanno. La Juventus, coi suoi guai giudiziari ed amministrativi, è solo la punta dell’iceberg.

Fatta salva la pace di Napoli e Lazio, tra i top club in pianta stabile in Serie A, il bilancio è pari ad un dramma: Juventus, Milan, Inter, Roma navigano in pessime acque. I nerazzurri, nella fattispecie, fanno i conti con un rosso sul patrimonio netto, alla pari della Roma. Soldi non ce ne sono, ma le spese continuano, anzi aumentano.

Peraltro nel 2022 solo Fiorentina e Cremonese rifiutarono la rateizzazione dei debiti con l’Agenzia delle Entrate, concessa dal governo come – ennesima – misura salvagente. Intanto, per un’industria in calo ce n’è un’altra invece in ascesa e, in qualche modo, collaterale anche al mondo della Serie A.

Si tratta del settore del gioco pubblico italiano, al cui interno si trova anche il mondo del betting e degli eSports, un viatico in questi ultimi anni per l’affannato mondo del pallone. L’Italia ha spinto molto sulla digitalizzazione negli ultimi anni e ciò trova riscontro nella crescita del settore online. Sono aumentati gli introiti, è cresciuta la spesa dei giocatori e le nuove tendenze – su tutte il mobile game – si sono imposte.

Nello specifico la raccolta nel mercato italiano ha raggiunto 111 miliardi di euro nel 2021. La raccolta è aumentata del +25,98%, le vincite del +27,06%, la spesa del +19,60%. Dati figli di programmazione e investimenti, senza troppi sotterfugi. Ecco, per ripartire basterebbe poco, per la Serie A ed il calcio italiano.

Articolo precedenteNapoli, oggi incontro con Giuntoli per la risoluzione: la Juve aspetta
Articolo successivoUFFICIALE Juve, Cuadrado dice addio: la nota

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui