In diretta a “Taca La Marca”, programma in onda su Radio Musica Television, è intervenuto Mozart Santos Batista Júnior, ex centrocampista di Reggina e Spartak Mosca tra le tante. Santos Mozart si è soffermato sullo stato d’emergenza del calcio e su tanti altri temi.

Ecco quanto emerso.

La ripresa: “Dobbiamo tornare a giocare perché fa parte della nostra cultura, in questo periodo sarebbe un grande intrattenimento; ovviamente bisogna seguire tutte le regole e prendere le precauzioni per tutti i componenti delle squadre”.

Preparazione: “In Brasile il calendario calcistico è diverso dall’Europa visto che iniziamo a gennaio e finiamo a dicembre. Quest’anno le società hanno anticipato le vacanze, pertanto dal 1 maggio i giocatori saranno divisi in gruppi da 4 e si alleneranno per un’ora; si spera di poter tornare in campo per la fine dello stesso mese. Nelle ultime due settimane i preparatori atletici hanno fatto dei lavori personalizzati da casa”.

Reggina: “Sto seguendo la squadra e mi fa piacere vederla in alto in classifica. La Reggina ha rappresentato una tappa importante per la mia carriera e la mia vita è cambiata moltissimo; sono stato accolto davvero bene dalla città. Il calcio italiano mi ha preparato ad essere un allenatore, ha forgiato la mia visione delle cose, gli devo tutto”.

La trattativa: “Giocavo nel Flamengo e andammo in Spagna per due amichevoli con Atletico Madrid e Betis Siviglia. Il ds della Reggina dell’epoca (Martino) venne ad osservare un terzino destro del nostro club; giocai molto bene e agli amaranto mancava un regista, visto gli addii di Baronio e Pirlo, così  fui contattato ed acquistato”.

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Il passaggio allo Spartak Mosca: “Nel 2004 ci sono stati dei rumors con Roma, Fiorentina e Juventus. Alla fine lo Spartak Mosca arrivò con un’offerta concreta sia per me che per la Reggina. Andai a visitare la città e a valutare l’ambiente, ne rimasi impressionato ed accettai l’offerta del club russo”.

I tecnici: Mazzarri mi ha colpito di più degli altri per il suo modo di allenare. Oggi ci sono altri tecnici molto bravi e mi piace vederli come Sarri che conoscevo sin dai tempi dell’Empoli; Conte che reputo un riferimento per il suo approccio alle competizioni e Ancelotti il migliore per la gestione della squadra”.

La mancata convocazione in Nazionale: “Agli inizi degli anni 2000 il Brasile aveva una generazione importante di giocatori. Oggi avrei avuto le mie possibilità – spiega Santos Mozart – ma all’epoca era davvero complicato; c’erano tantissimi calciatori di qualità, quindi non ho alcun rammarico”.

Il gol da ricordare: “Ricordo un gol contro il Crotone 2001-2002, che coincise con la prima volta allo stadio di mia figlia nata a Reggio Calabria. Vincemmo per 2-0 quella partita e quella rete ebbe un significato davvero speciale per me”.

Idolo: “Come tutti i bambini ammiravo diversi giocatori. Al primo posto c’era Fernando Redondo, ebbi la possibilità di giocarci contro quando era a fine carriera in un Reggina-Milan“.

Reggina-Juventus 2-1: “Negli anni 2000 il campionato italiano era quello più importante al mondo, giocare nel vostro paese è stata una grandissima soddisfazione, vincere contro quella squadra di campioni è stata una soddisfazione pazzesca”.

Arthur-Juventus: “Il calcio italiano è abbastanza complicato per un brasiliano, in Europa Arthur sta facendo un po’ fatica, sinceramente non mi fa impazzire come giocatore, perché non lo vedo molto decisivo; se dovesse arrivare in Italia per lui non sarà facile”.

Gabriel Veron: Veron è un prospetto molto interessante, ha grande fisicità e a mio parere è molto adatto al calcio europeo”.

Paquetà: Paquetà non mi è mai piaciuto sin da quando giocava in Brasile, è un centrocampista normale che non avrebbe mai giocato nel Milan di qualche anno fa”.

Gabriel Barbosa: “Era molto giovane quando è arrivato all’Inter, non aveva idea di quello che fosse il calcio italiano. Sicuramente è differente giocare in Serie A, l’organizzazione di gioco è molto diversa e le partite sono complicate anche se affronti l’ultima in classifica. Il centravanti del Flamengo sta facendo bene in Brasile ma non penso che sia adatto per il vostro calcio”.

Futuro: “Mi piacerebbe molto poter allenare in futuro la Reggina; quando ebbi la possibilità nel 2014 come collaboratore di Ciccio Cozza non ero ancora pronto, ma ora mi sento abbastanza maturo”.

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