Domani sera la Roma scenderà in campo contro il Sassuolo. Una partita importante dal punto di vista della classifica, ma che avviene in un momento difficile per l’ambiente giallorosso. Dopo la conferenza stampa d’addio di De Rossi, infatti, la Roma deve cercare di non subire cali di concentrazione. Sebbene l’accesso alla Champions non dipenda da essa, infatti, è necessario portare a casa tre punti. Oggi, il terzino giallorosso Kolarov ha rilasciato un’intervista ai microfoni di DAZN. Queste le sue parole:
Gli attacchi subiti dai tifosi della Roma.
“In Serbia si dice che non si può essere più cattolici del Papa, io sono qui da due anni e non posso convincere i romanisti che sono romanista, ma ogni volta che scendo in campo cerco di dare il massimo: a volte il mio massimo è sufficiente, altre volte meno, ma la cresta non l’abbasso davanti a nessuno”.
Daniele De Rossi.
“Daniele è un fratello. La prima partita che ho giocato con la Roma era a Bergamo, con l’Atalanta. Succede che i capitani parlino prima di determinate partite, lui invece lo fa sempre e quando ho sentito quel discorso, l’emozione che ci ha messo, ho pensato “questo mica sta bene”. Ne ho vissute tante di persone nella mia vita, ma di appassionate di una squadra come lui non ne ho conosciute altre. Lui ha potuto giocare per la squadra che ama. Durante l’anno abbiamo parlato spesso delle nostre carriere, io ho quasi 34 anni e lui a luglio ne fa 36, quindi la maggior parte ormai ce l’abbiamo alle spalle: sperava di chiudere qui la sua carriera. Poi sapete tutti com’è andata, la società ha deciso quello che ha deciso e lui ha già spiegato tutto in conferenza, ma secondo me è tra qualche mese, quando inizierà la nuova stagione, che tutti ci renderemo conto di cosa è stato Daniele De Rossi per la Roma”.
Florenzi capitano.
“Ha avuto la fortuna di giocare con Totti e De Rossi. Questo comporta anche una grande responsabilità perché tutti sappiamo come sono considerati Totti e De Rossi a Roma. È un ragazzo intelligente, saprà reagire nel modo giusto”.
La classifica.
“Nel calcio può succedere di tutto: col City mi è capitato di vincere il titolo all’ultima giornata, al 90′ eravamo sotto di un gol e alla fine abbiamo vinto per 3-2. Stavolta non è tutto nelle nostre mani, dobbiamo sperare che le altre perdano punti. Come professionisti abbiamo l’obbligo di vincere con Sassuolo e Parma, poi si vedrà. L’obiettivo era centrare la Champions e ognuno si deve prendere le proprie responsabilità: ad andare in campo sono i giocatori e quindi i primi responsabili siamo noi, però anche i giocatori devono essere messi nella condizione di dare il massimo”.