PERROTTA – Simone Perrotta è stato ospite nell’edizione serale di CasaSkySport. Perotta ha iniziato la sua carriera alla Reggina:
Ha significato moltissimo, Reggio mi ha adottato e ha fatto del calcio il mio mestiere, dove sono cresciuto“.
Dalla Reggina alla Juventus:Un bel salto, condividere lo spogliatoio con quei campioni non era facile, esempi pazzeschi con giocatori e uomini. ho appreso come arrivare a certi livelli. ho fatto poche partite, il servizio militare e facevo solo due allenamenti aa settimana. qualche partita in coppa e l’esordio in Champions“.
Sui giovani:Non basta solo il talento per arrivare a certi livelli o fare il calciatore come professione. Servono dinamiche da saper cogliere, l’opportunità: non credo nella fortuna, devi essere bravo a cogliere l’occasione che ti viene data“.
Sulla Roma:Fare un paragone con il mio calcio è diverso, è cambiato, si è velocizzato ma anche il rapporto all’interno di uno spogliatoio è cambiato. Ai miei tempi, il telefonino era bandito; oggi con i social puoi condividere le problematiche fuori. A livello di campo, quella Roma lì era nata in un momento particolare, c’è stato il cambio di modulo frutto dell’emergenza. Fuori tutti gli attaccanti, il mister ebbe l’intuizione di mettere Francesco Totti davanti e io dietro. Ci siamo tolti delle belle soddisfazione, potevamo ottenere di più ma forse raccogli quello che hai seminato“.
Sul mister Luciano Spalletti:Eravamo a ridosso di Natale, la squadra non si stava esprimendo come poteva e il mister era in discussione, dopo l’anno precedente con la salvezza colta all’ultima giornata. Ci fu la genialata, undici vittorie consecutive e cambiò la stagione. Francesco ha segnato con una continuità che non aveva mai avuto, io ero un trequartista un pò atipico, seguivo l’azione ma davo anche una mano. Mi sono molto divertito a farlo”.
Un paragone VecinoPerrotta: “Vecino segue molto bene l’azione, ha fatto gol determinanti, è molto forte“.
Alcune persone esempio per Perrotta:Burdisso una persona eccezionale, mi ha trasmesso mentalità e carattere per ogni situazione. Era sempre cupo, concentrato in ogni allenamento. Ho tanti esempi, Montero alla Juve: quando li hai a vent’anni, ti formano“.
Sulla Nazionale:Forse qui un po’ di fortuna c’è, al posto giusto al momento giusto. Mio fratello si doveva sposare, io ero fuori dal giro azzurro e mi chiese un anno prima per la data. Il gruppo era già formato… il matrimonio lo mise l’11 luglio, così fu e io fui convocato prima del Mondiale in un amichevole mentre ero fuori daL 2004. Arrivai nel ritiro e feci sette partite su sette al Mondiale”.
Su Totti:E’ identificato in Roma, lo dico sempre, anche quando vado all’estero. Vederlo lontano dal centro sportivo di Trigoria stride un po’, ci auguriamo possa ritornare“.
Un idolo con il quale ha giocato: “Non mi è capitato. Ero tifoso del Napoli, in casa e nel mio paese in provincia di Cosenza erano tutti tifosi di una squadra del Nord. Era il Napoli di Maradona e Careca, non ho mai avuto la possibilità di giocare con quei calciatori“.
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