Pandemia nel calcio. La Spagnola, giunta in Italia nel settembre del 1918 a Sossano, un paesino vicino Vicenza, non riuscì a fermare il gioco più bello del mondo; infatti ci aveva già pensato il primo conflitto mondiale.
Quella pandemia, scoppiata più di 100 anni fa, terminò in tutto il Mondo nel dicembre del 1920: 500 milioni di casi e ben 50 milioni di morti. Fu chiamata Spagnola non perché provenisse dalla penisola iberica, ma bensì perché a parlarne per primi furono appunto i giornali spagnoli. E proprio come accade nell’odierna emergenza, anche in quel caso il virus attaccava le vie respiratorie.
Il calcio in quel tempo, come dicevamo, aveva subito uno stop per cause belliche; ma, di certo, se non ci fosse stata la guerra, si sarebbe fermato appunto per la pandemia. Ed è ciò che sta accadendo da più di un mese a questa parte ai giorni nostri.
Il Coronavirus ha letteralmente messo in stallo la vita frenetica che questa società, anche indirettamente, ci impone; e in certo qual senso potrebbe rappresentare un bene per capire in quale direzione il mondo dovrebbe andare per donare a tutti una vita molto più tranquilla.
[df-subtitle]PANDEMIA NEL CALCIO[/df-subtitle]
Il calcio non è esente da questo; si gioca in tutti i mesi dell’anno, contratti, sponsor, costi di cartellino e ingaggi esorbitanti. Sembra essere arrivati ad un impasse. La pandemia nel calcio può e deve mettere un freno a tutto questo.
Alla ripresa di tutto le conseguenze saranno sicuramente negative, non diciamo catastrofiche, conserviamo un velo di ottimismo. Di certo per un po’ assisteremo ad un mercato molto ridimensionato, ad un approccio diverso in ogni situazione e soprattutto speriamo che prevalga il buonsenso. Proprio il buonsenso, la condicio sin equa non mancata finora in tutti i campi, che si tratti appunto di calcio o altro.
Cento anni fa il campionato partì ad autunno inoltrato, precisamente nel mese di novembre; con Europei e Olimpiadi alle porte il calendario non può protrarsi fino alla prossima estate, ma terminare in una data congrua che permetta la preparazione a queste due competizioni; che tra l’altro sono state rimandate già di un anno.
L’ultima volta che la Serie A partì in autunno fu nel 2000-2001; il motivo fu la concomitanza tra Euro 2000, le partite di qualificazione ai Mondiali del 2002 e le Olimpiadi di Sydney, che terminarono il 1 ottobre. In quella stagione la prima giornata fu disputata il 30 settembre.
Di certo, facendo previsioni o ipotesi piene di ottimismo, qualora si riprendesse a giocare questo campionato prevederà anche molte date estive per permettere la conclusione in tempi congrui. E ci appresteremo a riavere un’annata che partirà in autunno, proprio come accaduto venti anni fa.