Mourinho e la “caciara” organizzata – Caciara è un termine romanesco per identificare il trambusto, la gazzarra o la cagnara, da intendersi come rumore assordante di gente che bisticcia (o si diverte) in modo chiassoso e fastidioso.
Non è un termine aulico, ma d’altronde Jose Mourinho non è stato certo un aristocratico del calcio in occasione di Roma-Napoli. L’allenatore portoghese, o ciò che è rimasto di lui, si è reso protagonista, appunto, della caciara organizzata con la quale ha preparato l’appuntamento con i partenopei.
La caciara calcistica ha prodotto un modulo mai visto nel calcio contemporaneo, almeno dalle squadre che cercano di esprimere uno straccio di idea di gioco: il 7-2-1. Uno schema comunque non rigido, che nel corso della partita si è trasformato talvolta in 7-1-2 o i 8-1-1.
Lo “zero” nella casella dei tiri nello specchio della porta avversaria è una mortificazione che i sostenitori giallorossi non si aspettavano certo di vivere al termine della partita, almeno stando alle premesse della caciara.
Mourinho e la “caciara” organizzata
Striscioni di odio apparsi nella Capitale, arrivo del bus giallorosso accolto all’Olimpico in stile finale di Champions League, Karsdorp che dopo appena dieci minuti dal fischio d’inizio incita il pubblico ad un sostegno come se fossero gli ultimi secondi della Coppa del Mondo. Oltre ad un arbitraggio casalingo come non se ne vedevano dai tempi bui.
Insomma, l’ambiente giallorosso aveva apparecchiato la tavola pregustando di assaporare il piatto del ridimensionamento dell’ex Spalletti e più in generale del Napoli.
E’ accaduto perchè tutto l’ambiente (media e tifosi) ha creato in estate un’aspettativa superiore alle reali capacità della Roma. La presentazione di Dybala è stata vissuta come una tappa fondamentale per l’espansione dell’Impero Romano, per non parlare dei contributi dei parametri zero, i cui nomi sono stati un semplice pasto da dare al popolo in campagna elettorale e non certo calciatori funzionali ad alcun progetto. E’ bastato affrontare una squadra con una chiara idea di gioco per rendersi conto del gap esistente, oggi, tra l’AS Roma e l’SSC Napoli.
Mourinho e la “caciara” organizzata
Il calcio è imponderabile, è vero, ma solo uno stolto avrebbe potuto ipotizzare, con le premesse elencate, un risultato diverso dalla vittoria del Napoli.
Ma Jose Mourinho (o, ripeto, ciò che è rimasto di lui) non si è limitato alla creazione di nuovi schemi con 10 elementi costantemente dietro la linea della palla. No. Ha insistito al termine della gara, quando ha parlato di “vittoria immeritata” del Napoli o quando ha finto di non ricordare il nome di Lozano. Insomma, la caciara doveva andare avanti fino alla chiusura dell’Olimpico, fino all’ultimo istante di un match che ha consentito al Napoli di proseguire la striscia di vittorie consecutive.
Caciara è una variante regionale di caciaia, il locale dove si stagiona il cacio. Un prodotto enogastronomico straordinario. E il cacio si sposa alla perfezione col pepe, magari sui tonnarelli. Ma a tavola. Forse Mou ha dimenticato la lettera “L”: tra cacio e calcio, a quanto pare, c’è una sconfitta di differenza.