MILAN INCONTRO O RIVOLUZIONE – Il Milan è spaccato in due. Non ci sono più dubbi. E’ una realtà che risulta oggettiva nonostante i tentativi di evitare il caos fatti da Gazidis che parlava nei giorni scorsi di visioni comuni tra lui, Boban e Maldini. Nulla di tutto questo. In fase di programmazione della prossima stagione sono venute a galla tutte le incongruenze e le diverse idee dei protagonisti che si sono scontrati sul nome di Rangnick che però è solo la punta dell’iceberg.

Tante sono infatti le visioni differenti: a partire dall’allenatore fino a discutibili scelte di mercato. Si può tranquillamente parlare di un matrimonio che sta finendo. E non si sa chi dovrà andarsene. Anzi, in realtà un’idea tutti ce l’hanno con Elliott che ha confermato la piena fiducia a Gazidis. E quindi…

MILAN INCONTRO O RIVOLUZIONE – Ma torniamo al caso Rangnick che ha fatto scoppiare la bufera. Maldini e Boban non hanno per niente gradito di essere stati scavalcati dall’ad anglosudafricano che nel mese di dicembre ha avviato i primi contatti con Ralf Rangnick, attuale responsabile del gruppo sportivo e calcistico della Red Bull, ma soprattutto ex allenatore dei miracoli Hoffenheim e Lipsia. Contatti che, secondo più fonti, sarebbero scaturiti in accordi più che verbali per la posizione di allenatore per la stagione 2020-21 con un occhio anche all’area tecnica. Inevitabile che questa mossa di Gazidis potesse creare malumori.

Le parole di Boban sono state forti e difficilmente, per come stanno andando le cose, si troverà una soluzione allo stato attuale delle cose. A meno che il confronto richiesto da Boban con la proprietà non riporti il sereno. Un incontro non con i manager di Londra del fondo statunitense, ma con Gordon Singer in persona. Senza questo confronto chiarificatore, difficilmente Maldini e Boban proseguiranno. Il dirigente croato ha chiesto un faccia a faccia per chiarire il conflitto con Gazidis, capire chi deciderà il progetto tecnico e quali saranno i margini per il mercato. In caso di addio, Boban potrebbe tornare alla Fifa per lavorare con Infantino che lo riaccoglierebbe a braccia aperte.

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