LUCESCU PIRLO PANCHINA – Com’è strano il calcio. Un giorno ti ritrovi ad essere un giovane ragazzo di 16 anni all’esordio in Serie A lanciato da un allenatore che crede in te. E senza nemmeno accorgerti passano 25 anni e ti ritrovi ad esordire in Champions League da allenatore proprio contro il tuo maestro calcistico. Questa è la storia di Andrea Pirlo e Mircea Lucescu che lanciò il giovane centrocampista al Brescia nel 1995. Stasera si sfideranno e la Gazzetta dello Sport ha contattato l’attuale tecnico della Dinamo Kiev. Ecco le sue parole.
LUCESCU PIRLO PANCHINA
Su Pirlo: “Andavo sempre agli allenamenti dei giovani al campo San Filippo a Brescia. Notai subito come si muoveva e come toccava la palla quel ragazzo. Mi resi conto che dentro di lui c’era un campione. Poi al torneo di Viareggio non giocò. Io ero andato per vederlo e notai la sua delusione e così, nel viaggio di ritorno in macchina verso Brescia lo portai con me e provai a parlargli e a dargli fiducia. Cominciai a chiamarlo con la Prima Squadra, lo volevo con noi sempre. Lo proteggevo e alla fine uscì il campione. Merito suo, ovviamente”.
LUCESCU PIRLO PANCHINA – Sul loro rapporto: “Non ho mai dovuto bacchettarlo. Qualche discussione c’era ma mai litigi. Consigli, piuttosto. Di recente non l’ho sentito, ho voluto lasciarlo tranquillo ma sono felicissimo per lui. In campo aveva equilibrio, qualità che lo aiuterà anche in panchina. Allenare non è solo tattica ma anche istinto. Lui sentiva la partita e anche un allenatore deve sentirla”.
Sulla Juventus: “Hanno cambiato molto prendendo gente giovane ma esperta. Magari potranno pagare dazio sull’organizzazione perchè in una nuova squadra devi assimilare la filosofia della società e poi quella del mister. Ma è un dazio che pagheranno più in là, non credo avranno problemi nel girone”.
LUCESCU PIRLO PANCHINA – Sugli attaccanti bianconeri: “Se Ronaldo, Dybala, Chiesa, Morata e Kulusevski possono giocare tutti insieme? Difficile, 11 campioni non fanno una squadra in automatico. Ti servono i geni ma anche quelli che lottano”.
Sulla sua Dinamo: “Assurdo piazzare adesso tre gare della nazionale. In meno di tre settimane per i miei le gare in nazionale, la trasferta in campionato e ora la Juventus. Impegni così importanti e ravvicinati ti stancano. Detto ciò, ce la giocheremo”.
Su Supryaga: “Può diventare un grande attaccante, deve solo fare esperienza. Ma non c’è solo lui. In difesa uso Zabarnij del 2002, a sinistra ho Mykolenko del 1999. Tutti bravissimi. E poi c’è Tsygankov che per me è il miglior talento ucraino. Me lo aveva chiesto Ancelotti per l’Everton”.