Claudio Lotito, Presidente della Lazio, ha rilasciato un’intervista in cui affronta diverse tematiche: dallo stadio, al mercato e tanto altro

Claudio Lotito, ribadisce il proprio impegno per la crescita della Lazio e per il futuro del calcio italiano. Nel corso di un’intervista fiume rilasciata a Radiosei, il numero uno di casa biancoceleste ha annunciato piena fiducia nel progetto tecnico stanziato da Maurizio Sarri.

“Il Mister fa parte di un progetto tecnico tutto nuovo, molto ambizioso, in cui chiunque arriva a Formello deve considerare la Lazio un punto di arrivo, mai di partenza. Il progetto punta in alto, anche perché non avremmo formalizzato quindici acquisti in questo breve lasso di tempo, se non fosse stato così. Sarri è un vero maestro di calcio e, il nostro compito, è quello di fornirgli una rosa completa, fatta di qualità e quantità. Ciò che conta maggiormente in questo sport, comunque, non è solo l’aspetto tecnico, ma anche quello motivazionale. L’emotività ti porta a raggiungere gli obiettivi prefissati, ancor più della sola qualità tecnica: abbiamo visto squadre piene zeppe di campioni fallire miseramente”.

Lotito: “La Lazio a mio figlio, lo stadio Flaminio e Sarri: vi dico tutto”

A lungo termine, poi, l’intenzione del Presidente è quella di costruire uno stadio tutto biancoceleste, con la famiglia Lotito ai vertici nel segno della continuità. “La Lazio passerà a mio figlio: non ci sono dubbi sulla sua passione per questo sport e per la squadra, di cui è un grandissimo tifoso. Non cederò a proprietà straniere, che intendono il calcio come mero business: mio figlio crescerà. Il suo impegno e il suo cuore lo porteranno a raggiungere totale autonomia. Un grande obiettivo futuro riguarda anche lo stadio, anche se, la soluzione Flaminio, è tutt’altro che praticabile. Innanzitutto, sedici mila posti non bastano, visto che ne facciamo quarantamila fissi all’Olimpico. Per non parlare delle coperture anni 60, ormai obsolete, e della posizione dei parcheggi. Una serie di ragioni che, nonostante gli studi affrontati per migliorare viabilità e visibilità, vanno a cozzare con altri fattori. Al momento, il piano B, è infattibile: il Comune considera inagibili diverse aree”.

Oltre alle vicende legate alle questioni di campo, il Presidente della Lazio è impegnato nei tribunali del calcio italiano, a caccia di nuova credibilità e ritorno ai fasti del passato. “Le norme a sostegno dei club per il decreto salva-calcio? Non volevo aiutare nessuno, ma era ingiusto che lo sport ricevesse un trattamento diverso dal cinema, che ha beneficiato di un miliardo a fondo perduto. Quindi, ho attuato la sospensione a fronte del debito quinquennale. È strano come, alcuni protagonisti dello sport, remino contro: senza quella norma, sarebbe stata la fine del calcio italiano. L’intenzione, invece, deve essere ben definita: puntare sul Made in Italy, come fa la mia Lazio, per rivendicare il sistema italiano a livello internazionale”. 

 

 

 

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