Lo Scudetto è nella mentalità di chi non molla – Molto raramente una squadra è riuscita a vincere il campionato d’appartenenza con zero sconfitte. La storia del calcio va in altra direzione, sulla strada per la vittoria finale si contano pareggi e battute d’arresto. Soprattutto nel calcio moderno, dove gli impegni sono quasi triplicati rispetto al passato, è impossibile immaginare un percorso di sole vittorie.

La sconfitta del Napoli a Milano, sponda Inter, ci sta. La formazione di Spalletti era riuscita a creare un solco importante, in classifica, prima della sosta per i Mondiali in Qatar. Un vantaggio che si è ridotto con le contestuali vittorie di Milan e Juventus. Il ko di Milano fornisce a Spalletti alcuni spunti di riflessione da tenere conto. Su tutti, la difficoltà a calciare verso la porta avversaria. Non si è mai visto, in stagione, il primo tiro nello specchio della porta avversaria a gara quasi finita. Merito dell’Inter, la cui linea difensiva bloccata non ha fornito sbocchi alle manovre offensive partenopee.

Lo Scudetto è nella mentalità di chi non molla

Nelle stagioni degli Scudetti, il Napoli (badate bene, era la squadra di Diego Armando Maradona) conobbe diversi ed inaspettati stop. Nel 1986/’87, gli azzurri pareggiarono con Avellino, Empoli e Udinese; persero a Verona, Milano (Inter) e Firenze. Nel 1989/’90, pareggiarono a Cesena, Bari, Cremona e con il Genoa; persero con Milan e Inter, Lazio, Sampdoria. Insomma, al termine di quei campionati nessuno concentrò le proprie attenzioni sui ko o sui pareggi con squadre alla fine retrocesse. Quel Napoli aveva una mentalità unica che arrivava direttamente dal capitano, calciatore più forte della storia, in grado di risollevare i compagni nel morale oltre che nelle capacità tecniche.

Oggi, senza Maradona, a chi va il compito di ripristinare la mentalità che ha portato gli azzurri ad ottenere 11 successi di fila? La risposta è tanto semplice quanto banale: a tutti. La forza del Napoli non è nel singolo ma nel gruppo. I calciatori devono ritrovare – e qui subentra il compito di Spalletti – quella “leggerezza” nella testa che ha garantito fiducia nei propri mezzi, nelle giocate, nel rischio, nei compagni. L’incognita Mondiali può essere messa alle spalle solo con una ritrovata condizione mentale che, a sua volta, condiziona anche il fisico.

Sampdoria, Juventus, Salernitana e Roma in campionato, Cremonese in Coppa Italia: il primo mese del 2023 rappresenta uno spartiacque per comprendere dove il Napoli potrà proiettarsi. Con la ritrovata mentalità, certamente potrà andare lontano. Come la bellezza è negli occhi di chi guarda, lo Scudetto è nella mentalità di chi non molla.

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