Le grandi bugie del popolo juventino – Il ciclone che si sta abbattendo sulla Juventus riguarda l’aspetto economico-finanziario-giuridico del mondo del calcio, ossia quello meno conosciuto in termini contenutistici dai tifosi. Leggi, norme, testi: insomma si tratta di una materia complicata che i giornalisti cercano di rendere accessibile per far comprendere le problematiche a cui sta andando incontro il club bianconero (si vedrà quali altre società saranno coinvolte).

Non bastano due frasi prese dal proprio istinto e pubblicate sui canali social per far cambiare opinione a giudici ed inquirenti (“però anche il Napoli“, “però anche l’Inter con Calciopoli“, “però le plusvalenze non si fanno da sole” e così via). E non serviranno a nulla neanche le menzogne tirate ad arte per tentare di difendere una situazione, ribadiamo, complicatissima dal punto di vista economico, finanziario e giudiziario.

Le grandi bugie del popolo juventino

La prima grande bugia, lanciata e sviluppata sui social da un cospicuo numero di difensori a prescindere della Juve, è stata la campagna di disdetta degli abbonamenti sottoscritti a Dazn. Un grido talmente forte da andare subito in tendenza, per giorni, su Twitter. Qualcuno ha dato i numeri (in tutti i sensi), annunciando o ufficializzando ben 4 milioni di disdette. Quattro milioni. Eppure, stando a quanto riportato da Repubblica (che cita Auditel) in data 19 agosto 2022 (appena 5 mesi fa, insomma), la prima giornata del campionato in corso è stata seguita da 3.7 milioni di spettatori.

Qualcosa non quadra, perché in questi 3.7 milioni di appassionati certamente ci saranno anche romanisti, milanisti, interisti, napoletani, fiorentini, sampdoriani, salernitani, laziali e così via. Due le conclusioni: o in cinque mesi i tifosi della Juventus hanno sottoscritto 5-6 milioni di abbonamenti per poi disdirli, cosa che appare alquanto improbabile, o la notizia delle 4 milioni di disdette è un enorme falso. Ed in effetti, si tratta di una non notizia che da subito ha emanato un olezzo tipico del fake.

Le grandi bugie del popolo juventino

La seconda grande bugia nella quale si crogiola la parte meno attenta dei tifosi bianconeri riguarda un presunto complottismo a loro sfavore. Un complottismo, udite bene, che coinvolgerebbe direttamente i mezzi di comunicazione di massa. I media, in sostanza, produrrebbero un’informazione, a loro giudizio, non equa nei confronti della Juventus. Anzi, stando alle loro strampalate teorie, i media sarebbero addirittura nemici in grado di tramare per colpire il club, reo di aver vinto negli ultimi anni in modo regolare (la pensano diversamente a giudici e magistrati…) scatenando l’invidia di chissà quale potente burattinaio.

Ebbene, quali sarebbero questi media cattivi? Il presidente del più importante gruppo editoriale italiano, GEDI Gruppo Editoriale S.p.A., è John Elkann. Un imprenditore non proprio lontano dalla Juventus, per così dire. L’amministratore delegato nonché direttore generale di GEDI è Maurizio Scanavino, da pochi giorni nominato direttore generale indovinate di quale club? La Roma! No, sbagliato. Il Napoli! No, sbagliato. L’Inter! No, sbagliato. Non mi dite… La Juventus? Risposta esatta! Il direttore generale del più grande gruppo editoriale italiano è il direttore generale della Juventus. E la parte meno attenta dei tifosi juventini urla al complotto mediatico.

Le grandi bugie del popolo juventino

Per inciso, il network GEDI include radio nazionali (Radio Deejay, Radio Capital, M2O), Deejay Tv, i quotidiani La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, Il Messaggero Veneto – Il Giornale del Friuli, Il Piccolo, la Gazzetta di Mantova, Il Mattino di Padova, la Provincia Pavese, HuffPost Italia, National Geografic Italia, insomma un elenco sterminato di mezzi di comunicazione. Empiricamente, la teoria del complotto mediatico è facilmente smontabile anche per un bambino che frequenta il primo anno d’asilo.

In attesa di ulteriori sviluppi, l’unico dato certo, tangibile, vero, insomma non fake (alla luce di quanto emerso) è che il caso plusvalenze (e vedremo i risvolti della “manovra stipendi”) ha seriamente danneggiato la regolarità della competizione. Quelle plusvalenze per le quali molti juventini, invece di prendersela con la propria società, continuano a blaterare su presunti complotti che esistono esclusivamente nelle loro menti.

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