KOFFI DAMIEN CHRYSOSTOME – È stato in Italia tanti anni da calciatore, specie al Cittadella, dove tra il 2000 e il 2006 – con in mezzo una parentesi alla Biellese – ha trascorso il periodo più importante. Molto positiva fu in particolare la stagione in Serie C 2003/2004, quando si impose come uno dei migliori difensori centrali della categoria.

Stiamo parlando di Koffi Damien Chrysostome, ex giocatore classe 1982 di nazionalità del Benin, con cui ha disputato 45 presenze e 2 gol.

KOFFI DAMIEN CHRYSOSTOME

Intervenuto in esclusiva a “Europa Calcio“, Damien ha parlato della sua movimentata vita attuale e rivissuto alcuni momenti in maglia granata.

Damien, lei ha smesso di giocare nel 2012 ma è da molto che si sono perse le sue tracce. Di cosa si occupa oggi?

Vivo a Créteil, un paese appena fuori Parigi. Mi piace la Francia, ho due fratelli che vivono a Montpellier ma io preferivo stare nella zona parigina. Anche se mi sposto molto: ora sono un procuratore sportivo e collaboro con la IMG, l’agenzia di Bruno Carpeggiani, mio agente in Italia. Ma faccio soprattutto attività di scouting in Africa, specie nel mio Benin“.

Riavvolgendo adesso il nastro, lei arrivò in Italia nel 2000. Come avvenne questo grande salto?

Franco Beneventi, osservatore di una agenzia di procuratori, mi vide dal vivo in una partita col Benin e rimase colpito dalle mie qualità. Così un po’ di tempo dopo riuscii ad arrivare in Europa. All’inizio ero in Scozia e potevo andare al Celtic, ma non avevo il permesso di lavoro e quindi saltò tutto. Successivamente ci fu l’occasione del Cittadella: mi permisero di allenarmi con la Primavera allenata da Rolando Maran il quale volle tenermi. Parlò con l’ex presidente Gabrielli e mi fecero un contratto di quattro anni. È stata la mia svolta“.

Si può dire quindi che Maran è stato decisivo per lei? 

Assolutamente sì. E aggiungo che se lo avessi ascoltato di più, sarei rimasto in Italia per molto più tempo. Lui voleva farmi crescere con calma e mi sconsigliava di andare in Nazionale, mi diceva: “Quando saremo in Serie B, ci andrai sempre. Ora concentrati solo sul Cittadella”. Ma io amo troppo il Benin per cui non riuscivo a rinunciare, volevo aiutare la mia Nazionale. Ricordo ancora quando nel 2004 andai a giocare la Coppa d’Africa, il club la prese malissimo. Col senno di poi forse sì: dovevo andare con più calma“.

Stava comunque facendo un bel percorso. Piuttosto, ero allo stadio quel giorno, ricordo la sua giornataccia in quel derby contro il Padova a novembre 2004: causò il rigore per i biancoscudati segnato da Matteini. Da quel momento ebbe meno spazio. 

Fu un brutto pomeriggio e dopo non trovai più spazio, e infatti a gennaio andai in prestito alla Biellese. Tornai la stagione successiva con Foscarini e feci bene. Poi andai via anche perché il Cittadella voleva lanciare e puntare su Cherubin, che era un ragazzo molto promettente, come Rossettini nel Padova. Nel 2006 stavo per andare nel Cesena di Castori al posto di Daniel Ola, che a sua volta stava per andare in un club di Serie A. Ma poi quest’ultima trattativa non si concretizzò e Ola rimase a Cesena. Di conseguenza saltò anche il mio approdo in Romagna. Ero molto arrabbiato perché sarebbe stata una grandissima occasione, alla fine ricominciai da Cuneo“.

All’inizio ha detto a cosa si dedica oggi. Ha mai avuto modo di tornare in Italia in questi anni? 

Ma certo! Ho due figlie che vivono a San Giorgio in Bosco (paese in provincia di Padova e vicino Cittadella, ndr), appena posso vado a trovarle. Sono entrambe nate a febbraio, quindi ti dico già che in quel periodo cercherò assolutamente di esserci“.

E al Tombolato ci è mai tornato?

Sono venuto due-tre volte a salutare il diesse Marchetti. Tra l’altro, un mio amico ha una Accademia di calcio in Benin dove si allenano ragazzi molto bravi. Mi piacerebbe provare ad aprire un canale con l’Italia, magari partendo proprio da Cittadella…“.

Per concludere, i granata adesso sono penultimi in classifica in Serie B. 

Lo so, guardo sempre i risultati. Brutto momento, ma la classifica è corta. Bastano 2-3 vittorie di fila per rilanciarsi“.

 

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