Radja Nainggolan ha rilasciato un’intervista al “Corriere della Sera“. Il belga, oggi alla SPAL, ha rilasciato come sempre parole mai banali e senza peli sulla lingua. Il Ninja ha parlato anche dei suoi atteggiamenti fuori dal campo, episodi che facevano spesso parlare di lui.
INTERVISTA NAINGGOLAN: “JUVE ERA AGEVOLATA. NON PERDONO L’ANVERSA”
Le sue parole: “La natura mi ha fatto un dono: ho un fisico che non ha mai risentito delle cavolate che ho fatto. Certo a 20 anni esci tutte le sere, adesso magari di serate ne faccio due-tre, se mi va. Ma non rinuncio a vivere. Posso anche bere un po’ la sera, l’importante è poi andare in campo a tremila. Si racconta che creavo problemi negli spogliatoi, ma da Piacenza, al Cagliari, alla Roma e all’Inter ho avuto buoni rapporti con tutti. Ci sono compagni che sento ancora oggi“.
Sulle parole di Sabatini: “L’ho chiamato e gli ho detto che otto shottini sono pochi. Ne bevo anche venti. E che poi vado in campo lo stesso. Mi vuole bene, mi ha sempre consigliato di avere una vita più tranquilla. Pensa che avrei avuto una carriera migliore. Ma non sono d’accordo, in campo ho dato il massimo”.
Poi aggiunge: “Ovunque ho fatto cavolate. A Roma arrivavo in ritardo, ci sono stati video in cui di sera ero poco lucido e poi quel famoso Capodanno a casa mia… Lo ricorderò per tutta la vita. Forse è stata quella la notte più folle. Cosa successe? Beh, i miei video ubriaco, che fumavo e dicevo parole fuori posto fecero il giro del mondo. Fui attaccato da tutti, la Roma andò su tutte le furie. E avevano ragione“.
Sull’aver rifiutato la Juve diverse volte: “Vero. Saranno pure stati i più forti, ma ho esperienze in campo contro di loro dove vincevano, e non solo per bravura. Erano agevolati. Con la Roma, nel 2014, perdemmo 3-2, con due rigori fuori area”.
Sull’Anversa: “Ero contento di essere tornato nella città dove ci sono due delle mie figlie e dove sono cresciuto. Quando sono arrivato all’Anversa dicevano che ero un grande giocatore, alla fine mi hanno trattato come un pezzo di m…, un parassita. Non li perdono. Sì ho sbagliato, si può ogni tanto? Agli umani succede. Non è che poi per un mese si deve parlare sempre del mio errore. Mi hanno impedito di entrare dalla porta principale, spostavano le mie cose nello spogliatoio. Mi dissero: dimostra che sei cambiato e mi sono comportato bene. Non hanno mantenuto la parola“.
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