In una lunga intervista rilasciata a Sportweek, Antonio Conte ha parlato anche degli ultimi due anni all’Inter, culminati con la conquista dello Scudetto.
INTERVISTA CONTE: “IN ITALIA NON SI DANNO I GIUSTI MERITI. SULL’INTER E LUKAKU…”
Appena arrivato sulla panchina nerazzurra, Conte chiese fin da subito l’acquisto di Romelu Lukaku. Queste le sue parole: “Lukaku lo chiesi in base agli obiettivi che mi erano stati presentati. I dirigenti dell’Inter vennero a casa mia a dirmi che volevano abbattere l’egemonia della Juve e portare l’Inter sul tetto del mondo, sfruttando grandi disponibilità economiche. Chiesi Lukaku ritenendolo fondamentale. Ma guardi anche a quanto è stato rivenduto, quasi il doppio. Come Hakimi. Ma potrei citare Barella, Bastoni, Lautaro, che prima del mio arrivo non giocava…”.
E poi aggiunge: “Ho spesso lavorato con giovani da formare, atleti svalutati o da ricostruire. Tutti giocatori che si sono rivalutati grazie al mio lavoro. In carriera ho chiesto solo un giocatore che è stato pagato tanto, ovvero Lukaku. In Italia fatichiamo a riconoscere il merito, quasi che le eccellenza diano fastidio”.
INTERVISTA CONTE: “SCELTO IL TOTTENHAM PER LA VOGLIA DI ECCELLERE”
Inevitabile una parentesi sull’avventura appena avviata al Tottenham. Conte spiega così i motivi che lo hanno portato ad accettare la panchina degli Spurs: “Il presidente Levy ha dimostrato di volermi a tutti i costi. Nelle sue parole e negli investimenti fatti ho percepito una visione: la voglia di eccellere. Mi sono detto: se uniamo questa capacità fuori dal campo a quello che posso dare io in campo, si può davvero impostare un lavoro serio e profondo. Crescere e competere con gli altri grandi club inglesi. La squadra è giovane, ha ampi margini di miglioramento. Ma la concorrenza è spietata con i quattro colossi Chelsea, City, Liverpool, United. E poi Arsenal, West Ham, Everton…”.
Conte continua dicendo: “Non mi hanno mai spaventato le sfide, mi basta avere anche solo un 1% di possibilità di vincerle per iniziare la mia battaglia. Non ho mai preso squadre che avevano vinto l’anno prima, ma sempre percorsi di ricostruzione. La Juve veniva da un ottavo posto, il Chelsea da un decimo, l’Inter da un quarto. So che ci vorrà un po’ di pazienza stavolta. A Milano ho lasciato un lavoro finito. Qui devo ricominciare daccapo ed entrare a stagione in corso non è mai semplice. Le grandi squadre si costruiscono nel tempo. Klopp nei primi anni a Liverpool non è entrato in zona Champions, ma gli hanno dato fiducia e anno dopo anno ha plasmato la squadra che poi l’ha vinta. Anche Guardiola il primo anno non ha vinto. Noi stiamo ripartendo dall’a-b-c, ma strada facendo conto di accelerare con le lettere dell’alfabeto. Il percorso è accidentato ma non mi spaventa, mi entusiasma”.