Il calcio italiano vive un importante sussulto sul palcoscenico continentale. Le tre competizioni europee (Champions, Europa e Conference League) vedono con orgoglio la presenza di una formazione che milita in Serie A.

L’Inter di Simone Inzaghi si giocherà le sue carte contro il Manchester City di Pep Guardiola, un impegno che sulla carta appare tanto affascinante quanto difficile, ma la formazione nerazzurra ha meritato la presenza ad Istanbul dopo aver eliminato il Milan nella stracittadina. La Roma, contro il Bayer Leverkusen, ha difeso con i denti il vantaggio maturato all’Olimpico nella gara d’andata mentre alla Fiorentina è riuscita l’impresa di ribaltare il ko casalingo contro il Basilea.

Inter, Roma, Fiorentina e Napoli: il rilancio d’immagine del calcio italiano

Insomma, in finale si parlerà anche italiano. Soltanto altre quattro volte nella storia del calcio le nostre squadre erano riuscite a raggiungere le finali di tutte le competizioni: nella stagione 1988/’89 (Milan in Coppa dei Campioni, Napoli in Coppa Uefa, Sampdoria in Coppa delle Coppe), nel 1989/’90 (Milan in Coppa dei Campioni, Juventus e Fiorentina in Coppa Uefa, Sampdoria in Coppa delle Coppe), nel 1992/’93 (Milan in Coppa dei Campioni, Juventus in Coppa Uefa, Parma in Coppa delle Coppe) e nel 1993/’94 (Milan in Coppa dei Campioni, Inter in Coppa Uefa, Parma in Coppa delle Coppe).

Il livello tecnico delle compagini menzionate era nettamente superiore a quello attuale (basta confrontare le rose dell’epoca con le attuali: non c’è storia) ma negli ultimi anni l’assenza di formazioni italiane – Juventus a parte – in finali europee avevano certificato e bollinato l’aumento del gap qualitativo tra il nostro calcio e quello delle altre Nazioni.

Inter, Roma e Fiorentina riconsegnano all’Italia un’immagine degna di un glorioso passato calcistico fatto di tattica, innovazioni e senso di appartenenza. La stampa mondiale (dagli Usa all’Inghilterra, dall’Argentina alla Francia) ha celebrato il ritorno dello Scudetto a Napoli sia per motivi storico-sociali ma anche e soprattutto perché figlio di programmazione e bellezza, sostenibilità ed estetica.

La possibile assegnazione dei Campionati Europei 2032 al nostro Paese potrà portare linfa vitale per l’ammodernamento degli impianti, altro gap che ha contraddistinto il nostro movimento da quello di Nazioni calcisticamente più evolute. Sarà probabilmente l’ultimo treno per le infrastrutture e non possiamo permetterci di perderlo.

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