INTER LUKAKU – Lunga ed interessante intervista rilasciata da Romelu Lukaku dopo la vittoria del suo Belgio contro l’Islanda in Nations League. Il centravanti dell’Inter ha parlato ai microfoni della Rtbf degli obiettivi dei nerazzurri per la stagione appena iniziata.

INTER LUKAKU – Il belga non ha voluto nascondersi, dichiarando apertamente quali sono le ambizioni dell’Inter:

Abbiamo chiuso bene la scorsa stagione e abbiamo subito nelle ultime gare. Rispetto al passato siamo più solidi e penso che questo possa aiutarci per far bene quest’anno. L’obiettivo è diventare campioni d’Italia? L’obiettivo è quello, poi vedremo. Sono contento di essere all’Inter e di vivere a Milano. La gente è calorosa e ama il calcio, più degli inglesi. Se le cose vanno bene, qui ti amano per tutta la vita; se invece vanno male bisogna prepararsi perché può essere spiacevole… Io però sono felice di vivere in una situazione simile. La mia prima annata con la maglia nerazzurra è andata molto bene e sono felice. In questa so che gente si attende molto di più da me e sta a me portare sul campo lo stesso lavoro che ho fatto l’anno scorso”.

INTER LUKAKU – LA VOGLIA DI MIGLIORARE E LA PANDEMIA

INTER LUKAKU – Il 9 dell’Inter è andato avanti esprimendo la sua grande voglia di continuare a migliorarsi:

Nel calcio c’è sempre un altro livello da raggiungere. Cristiano Ronaldo ogni anno punta a diventare sempre più forte; lo stesso BenzemaLewandowski e tanti altri. Questa è anche la mia motivazione. L’anno passato con l’Inter siamo arrivati secondi in campionato e abbiamo perso la finale di Europa League. Per questo ora ho ancora più motivazioni per migliorare quei piazzamenti”.

INTER LUKAKU – Mentre su quelli che sono stati i difficili mesi di lockdown Lukaku dice:

Rimanevo sempre in casa perché non si sapeva cosa potesse succedere. Molte persone hanno perso i loro familiari ed è stato un momento molto difficile per tutto il mondo. Lo è stato anche per me perché non ci si poteva vedere in sicurezza, non ci si poteva parlare. Mi allenavo usando il tapis roulant e la bicicletta. Mentalmente è stata molto dura. Ho letto tanti libri e ho frequentato anche i corsi di allenatore della Federcalcio belga per i nazionali. La distanza tra me, mia madre, mio figlio e i miei fratelli non è stata certo piacevole anche se ci parlavamo sempre. Comunque, penso che come famiglia siamo usciti più forti da questa situazione”.

 

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