INDOMITA 21 GUOLO – Tante sono le storie da raccontare per le quali il calcio ha costituito una occasione di ripartenza e nuovo inizio.
Una di queste riguarda Alessandro Guolo, classe 1987 e da poco più di un anno e mezzo allenatore dei bambini dell’Indomita 21, Polisportiva con sede a Treviso e affiliata al medesimo Treviso FBC 1993, club calcistico principale della città.
Intervistato dalla nostra redazione, Guolo ha voluto raccontare questa sua nuova e importante esperanza.
INDOMITA 21 GUOLO
INDOMITA 21 GUOLO – Anzitutto, come è nata questa opportunità?
“Era ottobre 2020, l’Indomita cercava un allenatore per i Pulcini e così chiamò me. Anche per il fatto di aver giocato a calcio per molti anni in passato ho detto subito di sì. In più in quel periodo ero anche senza lavoro, per cui ho detto a me stesso: “Ripartiamo da qui, proviamoci”. Dopo diversi periodi non facili, per me è stato anche una sorta di rilancio.
Come ho detto, inizialmente dovevo allenare solo i Pulcini classe 2011, ma in un secondo momento la società li ha voluti unire con gli Esoridenti nati nel 2010 e quindi mi sono trovato ad allenare un gruppo misto. Non è stato facile passare a giocare da sette a nove giocatori, ma sono riuscito a vincere tutte le amichevoli. A causa del Covid, non si è giocato il campionato quell’anno. Ma a parte i risultati l’Indomita mi aveva chiesto soprattutto di tenere il gruppo unito e coeso, credo di averlo fatto e starlo facendo ancora“.
Che ambiente è quello dell’Indomita 21?
“Parliamo di una società abbastanza “giovane” ma che sta crescendo. Ci sono anche gli Allievi e i Giovanissimi stanno andando bene. L’ambiente è tranquillo e ti consente di lavorare, non hai pressioni interne o esterne. Per quanto riguarda noi il campionato è cominciato a marzo e le nostre avversarie sono più agguerrite rispetto alle amichevoli di questo autunno, ma ce la stiamo cavando molto bene. Posto che in questo frangente non conta molto vincere o perdere, bensì migliorare, imparare e fare esperienza. Chiaro che però la vittoria, specie alla loro età, aiuta molta molto dal punto di vista morale e mentale“.
Peraltro è affiliata al Treviso, di cui lei è un grande tifoso.
“Preciso: è affiliata con il Treviso Soccer School, che comprende solo i bambini che giocano dagli Esordienti in giù. Sicuramente questa cosa del Treviso dà a tutti una spinta in più, anche se poi è altrettanto vero che così perdiamo i bambini più bravi“.
Più in generale, come è allenare i bambini?
“Qualcosa di bellissimo. Loro poi, come si è soliti dire, sono la bocca della verità: se sbagli qualcosa con loro, inevitabilmente lo dicono ai genitori che poi eventualmente ti parlano a loro volta. Ma dico che mi è capitato di incrociare i bambini in giro per Treviso, e alcuni di loro mi hanno abbracciato appena mi hanno visto: una soddisfazione enorme per me“.
Un momento indimenticabile?
“Se devo dirne uno, la cena prenatalizia con la squadra. Il campionato non era ancora iniziato e fino a quel momento avevamo fatto solo amichevoli. I bambini hanno portato come regalo una felpa con lo stemma della Juve, è stato un episodio bellissimo“.
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