Inchiesta Juve: gli inquirenti starebbero indagando anche su alcuni bonus sospetti nell’operazione Locatelli definita col Sassuolo
L’inchiesta Prisma, relativa al presunto falso in bilancio messo in atto dal Consiglio d’Amministrazione bianconero uscente, continua a riempire pagine di quotidiani e destare grande preoccupazione intorno al mondo Juventus. Dopo il ritrovamento della cosiddetta Carta Ronaldo, le intercettazioni Whatsapp rilevate tra Capitan Chiellini e il gruppo squadra in merito ad un tacito accordo sulle remunerazioni intercorso con la società, l’inchiesta starebbe vertendo anche su alcune operazioni di mercato sospette.
Tra queste, rientrerebbe anche quella definita con il Sassuolo nella sessione estiva del calciomercato 2021, quando la Juventus rilevò il cartellino di Manuel Locatelli dal Sassuolo. E sarebbe proprio un’intercettazione telefonica intercorsa tra Paratici e il Direttore Sportivo dei neroverdi, Carnevali, una plausibile prova di un’altra azione illecita condotta dalla dirigenza bianconera.
Secondo quanto emerso dalle colonne del quotidiano La Repubblica, alcuni bonus coinvolti nell’operazione sarebbero saltati agli occhi della Procura. Desterebbero parecchi sospetti, infatti, gli accordi sui cosiddetti “fidelity bonus” da 5 milioni non legati a qualsivoglia particolare condizione per esercitare il prestito. Inoltre, la condizione di “un solo punto conquistato dalla Juve tra febbraio e marzo 2023, non potrebbe rappresentare un risultato sportivo attendibile ed equo per la definizione dell’operazione. Bonus troppo semplici, secondo gli Inquirenti, legati ad un’esplicita richiesta di favore da Paratici a Carnevali in seguito ad altri accordi raggiunti in passato, come quelli per o citati Lirola, Demiral e Sensi.
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