Diciamo la verità, è un concetto che vale peri tifosi di ogni squadra, indipendentemente dalla categoria: le amichevoli estive vengono sovrastimate quando la squadra del cuore perde; e, al contrario, minimizzate quando vince.

Se batti il Barcellona al “Gamper”, probabilmente hai approfittato delle numerose assenze o di una campagna acquisti ancora non definita della squadra catalana. O hai “semplicemente” battuto il peggior Barcellona degli ultimi anni.

Pochi meriti, al massimo hai concretizzato (ovviamente per puro caso) quell’unica azione che ti è stata concessa. Viceversa, se perdi, è palese che il tuo club non è stato capace, appunto, di battere il peggior Barcellona degli ultimi anni. Paradosso.

Bisogna muoversi come si deve in sede di calciomercato. Si inizia ad individuare nell’allenatore la valvola dei sfogo per eventuali insuccessi futuri.

Il paradosso delle amichevoli estive

Se batti la squadra di “B”, è dovuto: sei in “A”, non è programmato altro risultato all’infuori della vittoria con 4-5 reti di scarto. E anche se vinci, ma malauguratamente subisci goal, inizi a programmare un futuro nefasto per la tua difesa. Se prendiamo goal da Ciccio Cicciotto, figuriamoci quando incontreremo Lukaku o Di Maria.

La sconfitta, quando affronti in un test di metà luglio una qualsiasi squadra che non sia il Real Madrid a ranghi completi, non è contemplata.

Così come una squadra, durante la delicata fase del ritiro, mette le fondamenta (atletiche, psicologiche ed emotive) per l’intera stagione agonistica, il “risultatismo” estivo è il seme del malcontento che verrà fuori durante l’anno.

Questo malessere condiviso genera oggi musi lunghi per un pareggio in montagna. Musi che, domani, probabilmente diventeranno fischi allo stadio.

Questa tipologia di approccio – che evidentemente non condivido – non lascia spazio ad alcuna forma di analisi. Juventus, Napoli, Inter, Milan, Roma e così via: tutte squadre in costruzione.

Da anni, ormai, raccontiamo che le principali trattative di calciomercato si chiudono nelle ultime 48 ore disponibili. A luglio, dunque, molti dei calciatori che scendono in campo con una maglia ne vestiranno, a fine agosto, un’altra.

Elemento che viene totalmente escluso dalle analisi.

Gli allenatori hanno ricordato che i test estivi servono per affinare meccanismi, inculcare idee per lo sviluppo del gioco e per la fase di non possesso. Per loro è, giustamente, più importante che l’esterno basso abbia compreso come fare bene una diagonale rispetto ad aver perso per un penalty contro la formazione greca nelle montagne austriache.

Eppure c’è chi si ostina a valutare solo il risultato finale, il tabellino al triplice fischio. Una visione superficiale che esclude la fonte reale del problema: i tecnici preparano la stagione con un gruppo e a settembre lavorano con un altro. Storture di sistema. Vale per tutti, ovvio.

Aspetti che non possono non essere presi in considerazione: l’alternativa è continuare a vivere ed interpretare le amichevoli estive come un paradosso.

Articolo precedenteRoma forte su Belotti: c’è l’offerta, attesa la risposta del Gallo
Articolo successivoJuventus, Locatelli: “L’obiettivo è lo Scudetto, siamo un grande gruppo”

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui