Era impensabile ipotizzare una stagione intera senza sconfitte, siamo onesti. L’Italia del calcio – probabilmente nel proprio inconscio – si interrogava ormai da settimane per capire dove collocare il primo ko stagionale del Napoli. Milano? E invece no. Roma? No. Amsterdam? E invece no. E così via. Era rimasta Liverpool, dove non era esercizio difficile immaginare una battuta d’arresto con la qualificazione agli ottavi di finale già acquisita.
Alla formazione di Spalletti bastava non perdere con 4 reti di scarto per blindare il primo posto nel girone di Champions League. Tra l’altro, il Napoli è l’unica formazione italiana tra le quattro impegnate nella massima competizione continentale ad aver vinto il proprio girone. La sconfitta, del tutto immeritata, è maturata solo nei minuti finali del match e per una questione, diciamo così, di centimetri.
Pochi centimetri sono infatti stati sufficienti, regolamento alla mano, per annullare il goal realizzato da Ostigard: a memoria, per un fuorigioco, non c’è mai voluto così tanto tempo in sala Var per stabilire la posizione dell’ultimo difensore. Pochissimi centimetri, in definitiva, non hanno consentito agli azzurri di portarsi in vantaggio ad Anfield. Una rete che avrebbe inevitabilmente indirizzato l’incontro e spezzato ogni tentativo degli uomini di Klopp di strappare al Napoli il primo posto nel girone.
Ma il segnale che arriva da Liverpool, nonostante il 2-0 per i Reds, è confortante: la rivoluzione estiva ha portato infatti in dote calciatori che non soffrono il “miedo escenico“, ossia la paura da palcoscenico, che spesso i tifosi partenopei hanno visto nella propria squadra sul terreno di gioco del Liverpool (e in altri impianti gloriosi). Gli azzurri non sono mai stati dominati ad Anfield come invece avveniva in passato. Il Napoli ha conosciuto la sconfitta, non la sottomissione.
La prima sconfitta stagionale non rappresenta, sotto quest’aspetto, un campanello d’allarme. Tutt’altro: la sensazione è che il ko possa aver stimolato il gruppo, non abituato ad uscire dal rettangolo verde senza punti e senza aver segnato neanche una rete.
Sabato, sul campo dell’Atalanta, scopriremo un lato della medaglia ancora sconosciuto nell’ambiente napoletano: la reazione alla sconfitta.