IL CALCIO ITALIANO E’ IN MANO AGLI AVARCHICI – Non c’è alcun refuso nel titolo. In Italia, ormai, gli Avarchici hanno sovvertito l’ordine costituito. Non si è trattato di un blitz o di un agguato, tutt’altro: l’Avarchia ha preso il sopravvento con una strategia ben mirata nel corso dei giorni, delle settimane, dei mesi.
L’Avarchia è un sistema di governo che esiste esclusivamente nella Nazione Calcio Italia. Nella Nazione Tennis Italia, o nella Nazione Pallavolo Italia, sport nei quali è contemplato l’uso della tecnologia in favore dei direttori di gara, esiste ancora la Democrazia pura. Il video entra in scena per correggere errori li dove l’occhio umano, involontariamente, non è riuscito ad intervenire in maniera corretta.
In linea teorica, il Var arriva nella Nazione Calcio Italia con uno scopo tanto semplice quanto preciso: aiutare i direttori di gara grazie all’utilizzo in campo dei video di gara. Facile, no? No. O meglio, all’inizio sembrava di sì.
Il Calcio Italiano è in mano agli Avarchici
Tutti i complottisti messi a tacere, finalmente la c.d. “discrezionalità dell’arbitro” andrà a farsi friggere con le zeppole di San Giuseppe. Una sensazione piacevole, quella di limitare gli errori degli arbitri. Finalmente la Nazione Calcio Italia potrà mettersi alle spalle scandali e malefatte che ne hanno minato la credibilità a livello mondiale.
E invece… Siamo punto e a capo. Sì, perché i fautori dell’Avarchia sono stati capaci di inserire la discrezionalità dell’arbitro anche nell’uso della tecnologia. Gli Avarchici sfogliano il Regolamento applicandone i contenuti in maniera, appunto, Avarchica.
Da Il Regolamento del Giuoco del Calcio corredato delle Decisioni Ufficiali FIGC e della Guida Pratica AIA. Pag. 151, Protocollo Var: Un VAR è un ufficiale di gara, con accesso indipendente ai filmati della gara, che può assistere l’arbitro soltanto in caso di “chiaro ed evidente errore” o “grave episodio non visto” in relazione a: a. rete segnata / non segnata.
Il Calcio Italiano è in mano agli Avarchici
Fermiamoci qui, è proprio il caso di Inter-Juventus di ieri. L’azione che ha portato alla rete dei bianconeri è viziata non da una ma da due infrazioni (Rabiot e Vlahovic toccano il pallone con le braccia).
L’arbitro è ben piazzato ma non escludiamo la possibilità che due moscerini, casualmente vicini al suo volto, abbiano deciso di attaccarne i bulbi oculari, condizionandone vista e capacità di giudizio, e dunque le infrazioni gli sono democraticamente sfuggite.
Ma all’interno della sala governativa dell’Avarchia, cosa è potuto accadere per decidere di non “assistere l’arbitro in caso di chiaro ed evidente errore” o “grave episodio non visto”?
Le polemiche che negli anni hanno accompagnato l’utilizzo della tecnologia (il ruolo dell’arbitro viene depotenziato, il direttore di gara perde nel punteggio attribuitogli se ricorre troppo al Var, un arbitro bravo non ricorre al Var, si perde la fluidità del gioco se questi viene costantemente interrotto ecc.) hanno rappresentato lo strumento della propaganda Avarchica.
Il Calcio Italiano è in mano agli Avarchici
Nelle Democrazie tennistiche o pallavolistiche è pacifico che un errore venga corretto. Nella Nazione Calcio Italia, no. Ancora Protocollo Var: Le categorie di decisioni / episodi che possono essere riviste nel caso di un potenziale “chiaro ed evidente errore” o “grave episodio non visto” sono: a. Rete segnata / non segnata (infrazione della squadra attaccante NEL COSTRUIRE L’AZIONE che ha portato alla segnatura o nel segnare la rete (FALLO DI MANO, fallo, fuorigioco, ecc.).
C’è un Regolamento, democratico, sotto attacco dagli Avarchici. A loro importa meno di zero che le persone (almeno quelle che democraticamente difendono i principi della competizione leale) accettino di buon grado anche le decisioni contro la loro squadra del cuore se sono state rilevate infrazioni.
Ecco perchè l’Avarchia va combattuta: un suo governo duraturo farebbe perdere ulteriormente credibilità alla Nazione Calcio Italia, al pari delle inchieste sulle plusvalenze e sui bilanci taroccati.
C’è un’arma dall’immenso potenziale democratico in grado di annientare la deriva Avarchica: la pubblicazione degli audio tra il direttore di gara e la sala Var.
La gente paga (profumatamente) ed ha diritto di conoscere il contenuto dei dialoghi che intercorrono tra chi prende decisioni in grado di condizionare una partita.
L’appello democratico deve essere unanime: no alla discrezionalità, sì alla pubblicazione degli audio in nome della trasparenza.
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