GURENKO DINAMO MINSK – Durante la lunga carriera da calciatore, nel ruolo di terzino destro, Sergey Gurenko ha giocato anche in Italia, vestendo le maglie di Roma – che nel luglio 1999 lo acquista dalla Lokomotiv Mosca -, Parma e Piacenza. Con i ducali ha alzato al cielo la Coppa Italia a maggio 2002.
Classe 1972 e di nazionalità bielorussa, da maggio 2017 è tornato ad allenare la Dinamo Minsk, uno dei club più importanti e titolati della Vysshaya Liga, il massimo campionato della Bielorussia. E’ l’unico ancora attivo in tutta Europa, che anche calcisticamente si è fermata a causa dell’emergenza del coronavirus. Tale decisione della Federcalcio locale ha destato non poca curiosità.
GURENKO DINAMO MINSK – Contattato telefonicamente da “Europa Calcio“, Gurenko ha parlato di questa sua esperienza alla guida della squadra biancazzurra. L’inizio del torneo non è stato positivo, in quanto sono arrivate 2 sconfitte in altrettante gare (l’ultima sabato nel derby perso 3-2 contro l’FK Minsk), ma la stagione è appena cominciata e i giochi sono apertissimi.
Il campionato della Dinamo non è cominciato bene. Cosa non ha funzionato?
“Abbiamo una squadra rinnovata, con tanti nuovi calciatori giovani. Giochiamo bene ma il risultato non è ancora arrivato. Ma se continuiamo a giocare così, sono sicuro che arriveremo nelle prime tre posizioni“.
La Vysshaya Liga è l’unico campionato europeo ancora attivo a causa dell’emergenza coronavirus. Che tipo di torneo è?
“Non è facile giocare da noi. Tutti quelli che arrivano qui pensano che sia un campionato molto facile, ma poi quando cominciano trovano diverse difficoltà. C’è poca tecnica e tanto fisico, e in tanti corrono e picchiano. Inoltre, rispetto ad altri paesi come Italia e Spagna, non abbiamo tanta qualità“.
Qualche giorno fa il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko si era espresso in maniera piuttosto singlare sul coronavirus, affermando di fare molta sauna e bere tanta vodka per fronteggiare il virus. Lei cosa ha pensato?
“Credo che con quella frase il presidente stesse scherzando. La verità è che la Bielorussia è un paese piccolo e chiuso, e quindi è più facile controllare tutto. Per fare un esempio, in Italia arrivano turisti da tutto il mondo, qui no. Inoltre, sempre in Italia c’è molta più gente anziana, e quindi purtroppo più facilmente a rischio“.
A proposito di Italia, segue ancora la Serie A?
“Sempre, soprattutto Roma e Parma: le guardo sempre. Quando vestivo la maglia giallorossa ero in squadra con grandi campioni. Ora c’è Fonseca e devo dire che mi piace molto il suo gioco offensivo, è molto interessante. La squadra vuole sempre attaccare, per i tifosi è molto bello. Ma la squadra del campionato italiano che quest’anno mi piace in assoluto più di tutte è l’Atalanta: gioca un calcio molto rapido e moderno“.
Il suo ricordo più bello da noi?
“Beh gli anni con Capello sono stati indimenticabili, è stato bello e al contempo molto interessante lavorare con lui. E poi, come dicevo prima, eravamo fortissimi“.
Peraltro, proprio nella stagione dello scudetto, lei a gennaio andò al Saragozza…
“Volevo giocare. Alla Roma avevo davanti a me Cafu e Candela, due campioni. Entrambi erano probabilmente nel momento migliore della carriera. Io ero contentissimo, però volevo appunto giocare con continuità“.
A Parma invece ha vinto una Coppa Italia nel 2002.
“Sì, altro bellissimo momento. Anche a Parma c’erano ottimi giocatori, molti dei quali erano titolari nelle rispettive nazionali. In rosa eravamo tantissimi, e quando arrivò Sacchi fece numerose operazioni di mercato per sfoltire la rosa, e quindi andai a Piacenza“.
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