In settimana si è reso protagonista con l’arbitraggio di una delle partite di Champions League più attese del momento che hanno sancito l’eliminazione dei bianconeri dalla massima competizione europea mentre poche ore dopo si è scoperto al centro di un’organizzazione di narcotrafficanti.
Si tratta dell’arbitro francese Clément Turpin, quello di Juventus-Ajax, che ha subito un furto d’identità. A riportarlo le colonne de L’Équipe secondo cui una banda di narcotrafficanti ha utilizzato il suo nome per acquistare un’automobile attraverso cui trasportare droga, armi (come lanciarazzi, kalashnikov e tre pistole) e denaro dalla Francia al Belgio e viceversa.
Il caso
Una Renault Laguna grigia apparteneva da dicembre 2015 a un certo Clement Turpin, nato a Parigi il 14 marzo 1982 e domiciliato a Noisy-le-Sec; il fischietto transalpino è invece nato il 16 maggio 1982. Inoltre le forze dell’ordine, mediante le perquisizioni relative alle indagini del caso, hanno rinvenuto un milione di euro in contanti e beni per 600mila euro.
Sull’episodio è intervenuto direttamente Turpin, che ha dichiarato:
“Confermo che non vivo a Noisy-le-Sec e che non ho un appartamento o un castello. E confermo anche che non ho nulla a che fare con questo caso. Cosa mi fa pensare questa storia? Che quello dell’arbitro, e lo dico spesso, è una professione molto rischiosa“.