FESTIVAL DELLO SPORT BATISTUTA ZANETTI
Gabriel Omar Batistuta e Javier Zanetti hanno richiamato l’attenzione di un intero Auditorium che ha risposto presente in questo sabato delFestival dello Sport a Trento: sì è parlato tanto di Argentina ma anche del rapporto forte con i club che fin dal loro arrivo in Italia lì hanno fatti sentire a casa, parte di una famiglia.
A sottolinearlo subito è Zanetti: “Il legame con l’Inter inizia nel ’95, ero uno sconosciuto nel calcio italiano; Inter é famiglia, come vicepresidente orgoglioso di rappresentarla nel mondo e mi dà sempre grande emozione“.
Batistuta è sulla stessa lunghezza d’onda: “Dieci anni a Firenze, un calcio completamente sconosciuto per me, livello altissimo. Ho sposato la causa dei fiorentini e ho capito subito il senso di appartenenza; ancora vivo lì, ho amici lì“.
Italia casa per gli argentini e da sempre terra con molte cose in comune, conferma Zanetti: “La cultura, come viviamo noi il calcio. Per me è stato importante avere Sensini, Balbo… loro erano già in Italia e mi hanno fatto capire cosa potevo aspettarmi all’Inter“.
A proposito di Inter, Batistuta svela: “L’Inter mi ha corteggiato più volte, mi affascinava Moratti e anche se non ho fatto gol ho dato una mano… per far arrivare Lautaro“.
Dopo Firenze, pagina importante a Roma con uno Scudetto vinto. Nella Capitale, è arrivato Dybala: “A Roma ambiente speciale, entusiasmo, speriamo infortuni lo lascino tranquillo. Giocatore di qualità, il posto ideale dipende dalla personalità di ogni giocatore. Quello che vedo da fuori è che è contento“.
Prima volta nel campionato italiano, invece, per Angel Di Maria: “Ci sono i mondiali tra un mese, opportunità unica e questo comincia a pesare“, evidenzia Batistuta sulla sua espulsione contro il Monza. Zanetti confida nella sua esperienza: “Giocatore importantissimo che ha sempre fatto la differenza , come argentino mi auguro che questo non lo porti in nazionale ma sono momenti“.
A proposito di Mondiale, ecco come Bati vede la Selección: “Altro ambiente, Squadra compatta, vincere la Coppa America con Messi è stata una liberazione. Sono fiducioso, la mente conta tanto“.
Difficile comparare Messi e Maradona ma inizialmente, un aspetto era chiaramente diverso, nota Zanetti: “La leadership di Diego era diversa, più influente su tutti gli aspetti“. Pagelle eccellenti per entrambi: “Velocità, dribbling da dieci, ora comunque Messi più coinvolto e il gruppo lo segue“.
Si ritorna a parlare di club e Batistuta ricorda il peso di essere così importante in un periodo con pochi stranieri in Italia: “Sono andato ad imparare, a migliorare in ogni allenamento. Alla Roma ero più consapevole, prima facevo i gol ma non sapevo come e l’adattamento è stato più semplice“.
Inevitabile parlare di Triplete con il vicepresidente dell’Inter: “Mancini e Mourinho grandi allenatori e di personalità , con Mancio è iniziato percorso da squadra vincente dalla Coppa vinta a Torino e poi con José che ha creato un gruppo di uomini che avevano grande mentalità“.
Presente e futuro, partendo da Gabriel: “Ora allevo mucche, ammiro Pupi e l’Inter che lo tratta come merita, io spero di aiutare a far crescere una squadra se avrò l’opportunità“.
Conclude Javier: “Importante Lavorare per il club, non per le persone. La differenza la fanno i valori umani, nulla mi è dovuto e allora ho studiato alla Bocconi per essere utile e preparato anche in altre aree all’interno del club“.
Qui, l’intervento di Zeman, primo ospite della giornata di sabato.
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