EURONUMERI 22 GIORNATA – 100 i gol di Lorenzo Insigne con la maglia del Napoli. Sono solo 6 i giocatori che prima del Magnifico hanno raggiunto questo traguardo, tra i quali troviamo Cavani, Mertens ed il Re dei Re. Migliore occasione di questa non poteva esserci. Gol decisivo contro la Juve, con un penalty, dispiacere, viceversa di alcune settimane fa in supercoppa. Non è stata una grande gara, il Napoli, però ha fatto esattamente quello che doveva fare. Corsa e cuore.
Quella che è venuta meno al Maradona è stata sicuramente la Juventus. La manovra è apparsa lenta ed imballata. Nonostante blasone e budget è parso evidente come il turn over possa lasciare il segno anche in big come la Juve. Bernardeschi in campo ha ricordato a molti gli anni 80, quando nei primi turni delle Coppe capitava di giocare contro dopolavoristi. Forse oggi la Juve non può, per equilibrio, rinunciare a McKennie. Ronaldo, non è la prima volta in stagione, al limite dell’inutile.
Nel Napoli, oltre ad Insigne, merita una citazione il giovane portiere Meret. Partito titolare per l’infortunio nel riscaldamento di Ospina, il numero uno friulano è stato decisivo nel finale con due interventi decisivi. Bravo.
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0 i gol e poche le emozioni nella gara di sabato alle 15 tra Torino e Genoa. Un pari che in considerazione di classifica e score recente va sicuramente meglio ai rossoblu. La gara però mette in scena un pezzo di storia. Gianni Brera ha definito classica la gara che vede in campo due squadre che abbiano vinto almeno uno scudetto cadauno.
Torino e Genoa insieme, di scudetti, ne fanno 16. Il primo è addirittura datato 1898 e fu vinto dai rossoblu, l’ultimo è granata e risale al campionato 75/76. Quasi mezzo secolo fa. Era un toro che grazie alla guida di un tecnico innovativo come Gigi Radici giocava all’olandese ispirandosi deliberatamente al grande Ajax.
Era una squadra costruita con pazienza e che vide la contemporanea esplosione dei suoi elementi più rappresentativi proprio in quella stagione. Ricordiamo il giaguaro Castellini tra i pali, Claudio Sala a fornire assist ed infine gli storici gemelli del gol, Pulici e Graziani. Peccato che quella squadra non riuscì ad aprire un ciclo.
Ci andò però vicino, l’anno dopo infatti perse incredibilmente lo scudetto di un punto a vantaggio della Juventus. Immagino che cosa poteva significare vivere all’ombra della Mole in quegli anni.
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4 in totale i gol delle due gare fissate alle 15 di domenica. Sono lontani anni luce le domeniche in cui collegandoti con Tutto il Calcio minuto per minuto si aveva la possibilità di seguire in contemporanea tutte le gare della domenica e potevi, con precisione meticolosa, aggiornare sulla schedina i risultati in via di definizione.
Tornando ai tempi nostri e all’argomento proposto possiamo affermare che il lampo più significativo è quello messo a segno da Muriel che ha scardinato sullo scadere la difesa del Cagliari regalando alla sua dea la vittoria numero 11 della stagione. Vince anche la Samp contro la Fiorentina. I blucerchiati si dimostrano ancora una volta squadra sorniona che però al momento opportuno sa pungere e fare male; in particolar modo tra le mura amiche. Eroe ancora una volta Fabio Quagliarella autore del punto decisivo.
3 le sconfitte del Milan in campionato. Il risultato maturato sabato sera in casa dello Spezia è una sorpresa fino ad un certo punto. Chi aveva avuto ultimamente la fortuna di ammirare lo Spezia di Italiano avrebbe avuto nitida la percezione che questa squadra stia avendo un evoluzione in termini di convinzione.
Napoli, la vittoria del Maradona, ha sicuramente segnato il campionato della squadra di Italiano. Lo Spezia, ci crede, si danna l’anima, corre, occupa gli spazi. Lo Spezia in campo è dappertutto. Il secondo tempo contro il Milan ed in particolare i momenti che hanno preceduto il gol di Maggiore sono stati di un intensità pazzesca. Il Milan faticava in modo notevole per arginare tale furia. Un giocattolo perfetto. Evviva Italiano.
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30 i punti che la Roma ha conquistato all’Olimpico in 12 gare. I giallorossi sono primi in questa particolare classifica. Nella Capitale solo Juve, Sassuolo e Inter sono riuscite a portare via un pari. Terzo posto complessivo per la squadra di Fonseca. Tifosi ancora un po’ scettici, ma come ripetiamo spesso, i numeri non mentono.
A riguardo di tutto ciò abbiamo chiesto il parere del Presidente del Roma Club Capri, Maurizio Lo Russo, consigliere del Comune di Anacapri: “E’ un anno calcistico che logicamente risente della situazione covid. Ci sono molte sorprese. La Roma è in contro tendenza in virtù di un attuale terzo posto difficilmente pronosticabile ad inizio stagione. Roma è una piazza difficile, veniamo da 9 anni di gestione americana che non è stata particolarmente fortunata.
Non si vince un trofeo dal 2007 nonostante siano arrivati e partiti giocatori importanti. Fonseca ha cambiato la tendenza delle ultime stagioni durante le quali vincevamo con le grandi e lasciavamo via punti importanti contro le piccole. In ogni caso paga il derby perso in malo modo, l’eliminazione dalla Coppa Italia e la mancanza di personalità contro le grandi, dove abbiamo solo racimolato qualche pareggio.
Pesa anche la gestione di Florenzi, il capitano del dopo De Rossi. Ha saputo comunque far fronte alle partenze di Kluivert, Under e Kolarov cambiando modulo.
La tifoseria risente dei risultati degli scontri diretti, ma se nel girone di ritorno riuscissimo in questo frangente ad ottenere più punti tutto, prospettive comprese, potrebbe cambiare. Ce lo auguriamo”.
50 i punti della nuova capolista, l’Inter di Conte. I nerazzurri vincono e convincono nello scontro diretto contro la Lazio, avversario scomodo e sempre difficile da affrontare.
La nuova capolista è sembrata sin da subito consapevole dell’importanza di questi tre punti ed ha sciorinato una prestazione che se non è la migliore stagionale ci va vicina.
Compatti in fase di non possesso, abili nel palleggio, veloci nelle ripartenze e con un Lukaku in forma strepitosa. Domenica prossima c’è il derby più importante dell’ultimo decennio, ed il gigante belga guiderà i suoi verso un primo posto ancora più blindato.
C’è sicuramente qualcuno che però non sarà d’accordo. È alto, forte e svedese. Si chiama Ibra.